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MILANO. Indagine su Fca in America, titolo giù in Italia

MILANO. Indagine su Fca in America, titolo giù in Italia

Sergio Marchionne

La notizia delle indagini avviate dalle autorità americane su Fiat Chrysler Automobiles pesa sul titolo del gruppo che perde a Piazza Affari il 3,39% e chiude sotto quota 6 euro. Al centro dell'inchiesta ci sono i dati sulle vendite ai clienti finali negli Stati Uniti. "Collaboriamo con la Sec", la Consob americana, ha spiegato Fca che il 27 luglio riunirà a Londra il consiglio di amministrazione per deliberare sui conti del secondo trimestre 2016 e della prima metà dell'anno. Gli analisti non prevedono contraccolpi dall'indagine. Per Equita Sim "è un falso problema", mentre Banca Akros ritiene che non ci siano grandi rischi per le azioni Fca e continua a raccomandare un 'buy' indicando un target di prezzo a 10,4 euro. La stessa Banca Akros prevede "sorprese positive" per i conti, in particolare per l'ebit rettificato (+12,5% nel trimestre rispetto all'analogo periodo 2015) e per l'indebitamento netto industriale, in calo dai 6,6 milioni di fine marzo a 5,8 al 30 giugno. L'inchiesta americana resta quindi in primo piano a Piazza Affari. L'accusa per il gruppo guidato da Sergio Marchionne è di avere indotto alcuni concessionari a gonfiare il rendiconto mensile sulle vendite per fare apparire migliore la quota del gruppo. "Nelle sue relazioni finanziarie annuali e trimestrali, Fca - ha precisato l'azienda - riporta i ricavi sulla base delle sue spedizioni a concessionari e clienti e non sulla base delle unità riportate come vendute a clienti finali dai concessionari". Oltre alla Sec sta indagando anche il dipartimento di Giustizia statunitense, che recentemente ha rivolto "richieste in merito a questioni simili". Nei giorni scorsi - secondo Automotive News - agenti del Dipartimento si sono recati negli uffici della direzione di Fca ad Auburn Hills per acquisire documenti. Le autorità Usa potrebbero avvalersi nelle indagini delle informazioni che emergeranno nella causa civile presentata a gennaio dai proprietari di due concessionari auto dell'Illinois e della Florida del gruppo Ed Napleton Automotive group, che avevano accusato Fca di gonfiare i dati sulle vendite. Secondo l'esposto, Fca avrebbe offerto incentivi finanziari affinché venissero registrati dati falsi, riportando vendite al dettaglio in un determinato mese e cancellandole in quello successivo.
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