Cerca

MILANO. Red Hot Chili Peppers profondi e blues in 'The Getaway'

I Red Hot Chili Peppers fanno i conti con morti inattese, amori finiti e l'età adulta nel loro ultimo album, 'The Getaway', in arrivo venerdì 17 giugno. Che il disco mescoli umanità e bestialità, dolcezza e ferocia lo rivela già l'artwork firmato dal pittore Kevin Peterson, un quadro che raffigura una bambina, un grizzly, un corvo e un procione. A cinque anni di distanza da 'I'm With You', l'undicesima fatica in studio della band californiana                 scava nel profondo, e lo testimonia un verso del primo singolo (e prossimo video diretto da Olivia Wilde e Chris Blauvelt) 'Dark Necessities' che suona a mo' di motto: "L'oscurità ci aiuta a brillare", canta Anthony Kiedis, che avrebbe dedicato molte delle canzoni alla conclusione della sua relazione con la modella Helena Vestergaard, come spiegato da lui stesso in un'intervista a BBC Radio 2. Ma se il cambiamento lirico e tematico è evidente in brani come la title-track o la malinconica 'The Longest Wave', quello sonoro non è meno rilevante. Dopo 25 anni di collaborazione con Rick Rubin, Anthony Kiedis e soci si sono infatti affidati al premiato produttore Danger Mouse (CeeLo Green, Damon Albarn, Black Keys), che è intervenuto anche nella scrittura di cinque tracce, un'impronta che si avverte in particolare nel blues rock a bassa fedeltà di 'Feasting on the Flowers'. Se fra le righe di questa canzone pare leggersi una dedica al chitarrista fondatore del gruppo Hillel Slovak, morto a 26 anni come il personaggio qui raccontato, i temi forti non mancano, dal suicidio adolescenziale di 'Goodbye Angels' alla depressione e alle relazioni sbagliate di 'Sick Love'. Non è un caso quindi che abbondino brani dal tempo compassato, che quando non usano lo stile pop e funky tipico dei Red Hot Chili Peppers ('We Turn Red') assumono suoni inusuali ad esempio nell'elegiaca ballata 'Encore' di gusto new wave. Ma non mancano anche scariche rock più pesanti servite dalla chitarra di Josh Klinghoffer, come 'Detroit', dedicata a stelle musicali della Motor City (gli Stooges, J Dilla, i Funkadelic di George Clinton), l'energetica 'This Ticonderoga' dal sorprendente cambio di tempo, o 'Go Robot', probabile prossimo singolo contaminato da un synth-pop anni '80. In molti brani, da 'Dark Necessities' al finale oscuro di 'The Hunter' e 'Dreams of a Samurai', è decisivo inoltre il contributo al pianoforte del bassista Flea: le tastiere sono onnipresenti in un album che conta anche la collaborazione di un pianista d'eccezione come Elton John ('Sick Love'). Il suono di un gruppo nato mescolando punk, funky e hip-hop risulta così più maturo e differente che mai: lo dimostrano le tessiture ritmiche complesse di Chad Smith talvolta ottenuto con l'aiuto del percussionista brasiliano Mauro Refosco, ma anche gli archi diretti e arrangiati dall'italiano Daniele Luppi. Un nuovo suono che i fan italiani potranno ascoltare dal vivo a ottobre, quando i Red Hot Chili Peppers passeranno da Bologna (Unipol Arena, 8/10) e Torino (Pala Alpitour, 10-11/10).
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori