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13 Maggio 2016 - 15:55
tribunale
Si è appena conclusa l'udienza del processo Thyssen in Cassazione, il dibattimento è durato circa due ore e dopo la richiesta del pg Paola Filippi di annullare le condanne dei sei imputati e di aprire un appello ter, alcuni dei difensori, tra i quali il professor Franco Coppi, hanno deciso di non svolgere la loro arringa e di rimettersi ai motivi scritti di ricorso già depositati. La Quarta Sezione penale sta ora trattando altri processi. Più tardi si chiuderà in camera di consiglio. Il verdetto Thyssen è atteso in serata. In Cassazione rimangono i familiari delle vittime che aspettano la lettura del verdetto da parte dei supremi giudici. L'unico imputato presente è Daniele Moroni, condannato a 7 anni e 6 mesi di reclusione.
Era il responsabile tecnico dello stabilimento Thyssen di Termini con responsabilità anche sullo stabilimento di Torino che era in via di chiusura e per il quale non erano state adottate misure di sicurezza come quella dell'autospegnimento degli impianti in caso di incendio.
"La richiesta del pg della Cassazione di annullare le condanne e di procedere a un processo ter per il rogo alla Thyssen è un insulto alla coscienza civile non solo dei torinesi". Lo afferma, in una nota, Osvaldo Napoli, candidato sindaco di Torino per Forza Italia.
"Dopo ben due processi, quei morti rimangono senza giustizia - aggiunge - e lo strazio dei loro familiari e dei loro amici, ai quali esprimo la mia solidarietà e vicinanza, rimane senza il risarcimento umano di condanne certe e definitive. La stessa richiesta di rideterminare le pene per i reati di omicidio colposo e di riconsiderare il 'no' alle attenuanti per quattro dei sei imputati sono l'esempio clamoroso di una giustizia che brancola nel buio. Le famiglie di quei morti hanno diritto, oggi e subito, di sapere perché quei mariti, padri e figli non ci sono più. E di conoscere i responsabili di una tragedia che doveva essere evitata. Una giustizia incapace di risposte diventa essa stessa incentivo alla sfiducia nelle istituzioni".
"Mio figlio è bruciato vivo, spero che muoia bruciata anche la sua famiglia": lo ha detto la madre di Antonio Schiavone, uno dei sette operai morti per il rogo alla Thyssen di Torino, rivolgendosi, in Cassazione, all'ex manager della Thyssen, Daniele Moroni. La protesta e lo sdegno dei familiari delle vittime, dopo aver ascoltato le richieste del pg, hanno avuto sfogo anche con urla al di fuori dell'aula della Quarta Sezione penale.
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