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13 Maggio 2016 - 13:28
E' appena iniziata in Cassazione, davanti alla quarta sezione penale, l'udienza per il rogo alla Thyssen del dicembre 2007, che causò la morte di sette operai.
E' in corso la relazione introduttiva. Poi parlerà la Procura e chiederà di confermare o meno le condanne per i sei imputati.
L'aula è gremita.
C'è il rischio concreto che, anche nel caso di conferma delle condanne da parte della Cassazione, i due imputati tedeschi per il rogo alla Thyssen di Torino del 6 dicembre 2007, abbiano la possibilità di scontare in Germania la pena che sarebbe 'dimezzata' perché nell'ordinamento tedesco il reato di omicidio colposo aggravato "ha un tetto massimo edittale di cinque anni di reclusione". Lo ha spiegato l'avvocato Ezio Audisio che in Cassazione difende l'amministratore delegato di Thyssen, Harald Espenhahn, condannato a 9 anni e 8 mesi nell'appello bis, e il dirigente della Thyssen Gerald Priegnitz, condannato a 7 anni. Entrambi risiedono in Germania e, in base a una convenzione in materia di cooperazione giudiziaria tra Italia e Germania, che ha recepito una direttiva quadro Ue, potranno scontare la pena in Germania.
"In questo caso - spiegano fonti delle difese degli imputati - l'esecuzione avviene secondo le norme del Paese nel quale deve essere espiata la pena".
In particolare, se questa sera la Cassazione dovesse confermare le condanne del processo Thyssen, la magistratura di Torino, spiega l'avvocato Audisio, dovrà "emettere un mandato di cattura europeo". Ma le autorità tedesche autonomamente o su istanza dei diretti interessati Espenhahn e Priegnitz possono iniziare la procedura per chiedere l'esecuzione della pena in Germania. Sarà una Corte federale che valuterà "se c'è omogeneità nel trattamento sanzionatorio del reato stando alle risultanze della sentenza italiana paragonate con la normativa tedesca", spiegano fonti delle difese.
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