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12 Maggio 2016 - 16:19
Domani la Quarta sezione penale della Cassazione, presieduta da Fausto Izzo, deciderà se confermare o meno le condanne ai sei imputati del processo per il rogo nello stabilimento della Thyssen di Torino, scoppiato il 6 dicembre 2007, causando la morte di sette operai.
E' la seconda volta che il processo Thyssen arriva in Cassazione che in precedenza aveva ordinato alla Corte d'Appello di Torino di ricalcolare il trattamento sanzionatorio. Nel processo d'appello bis le pene erano state lievemente ridotte.
In particolare l'amministratore delegato di Thyssen, Harald Espenhahn era stato condannato a nove anni e otto mesi, con uno 'sconto' di due mesi; i dirigenti Marco Pucci e Gerald Priegnitz a sei anni e dieci mesi (sette anni), Daniele Moroni a sette anni e sei mesi (nove anni), l'ex direttore dello stabilimento, Raffaele Salerno, a otto anni e sei mesi (pena ridotta di due mesi), sei anni e otto mesi per il responsabile della sicurezza Cosimo Cafueri (otto anni). In primo grado il pm Raffaele Guariniello aveva contestato l'accusa di omicidio volontario con dolo eventuale e le condanne erano state molto pesanti. L'ad era stato condannato a 16 anni e sei mesi. Poi in appello le pene furono mitigate e l'ultima riduzione c'è stata dopo il primo ricorso degli imputati in Cassazione. Domani, in serata, i Supremi giudici decideranno se rendere definitivo l'appello bis pronunciato il 29 maggio del 2015. A seguito dell'incendio morirono gli operai Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Roberto Scola, Rosario Rodinò, Rocco Marzo, Bruno Santino e Antonio Schiavone. Si salvò solo il loro compagno di lavoro Antonio Boccuzzi. Già nel primo processo d'appello venne escluso il dolo. L'ultimo verdetto di condanna ha confermato l'accusa di omicidio colposo aggravato e violazione delle norme di sicurezza. Ai famigliari delle vittime sono stati pagati da Thyssen 13 milioni di euro e altri 4 alle varie parti civili che si sono costituite nel processo.
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