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08 Aprile 2016 - 17:54
trivelle
'Mille piazze, un mare di sì'. Questo lo slogan con cui il Comitato 'vota sì per fermare le trivelle' annuncia un week-end di manifestazioni in tutta Italia in vista del referendum del 17 aprile, con ''tanta informazione sui contenuti'' del quesito referendario e un evento finale a Bari con l'organizzazione di un concerto.
Inoltre, spiegano dal Comitato concentrandosi sul tema del quesito, ''le concessioni illimitate ai petrolieri non difenderanno alcun posto di lavoro'' e ''sono la prova che gli interessi del governo non stanno nè dalla parte dei lavoratori nè dalla parte della salvaguardia ambientale''.
Sull'occupazione ''le stime ufficiali (fonte Isfol)'' su petrolio e gas in Italia parlano di 9 mila impiegati e 3 mila nelle piattaforme oggetto del referendum: un settore già in crisi da tempo. L'unico modo per garantire un futuro occupazionale duraturo è quello di investire in innovazione industriale e in una nuova politica energetica: le previsioni parlano di un settore delle rinnovabili in espansione che in Italia potrebbe generare almeno 100 mila posti di lavoro al 2030''.
Per il Comitato referendario sarà un fine settimana dedicato a ''ricordare le ragioni del sì: la spinta verso un futuro energetico sostenibile, le preoccupazioni per il clima che cambia, la sicurezza del mare, la richiesta di partecipazione alle scelte di politica ambientale e anche la difesa di uno strumento, il referendum, che si vuole privare di significato sostenendo l'astensione''. Secondo la coordinatrice del Comitato, Maria Maranò, ''in soli due mesi di attività le circa 300 organizzazioni che compongono il Comitato hanno messo in movimento intelligenza e creatività per superare il percorso a ostacoli che era stato disegnato per oscurare il referendum.
Oggi, la consapevolezza sulla consultazione e sulla sua importanza sono enormemente cresciuti. L'informazione sulla posta in gioco sta arrivando ai cittadini''.
Se dovesse vincere il sì ''le piattaforme non chiuderanno il 18 aprile ma saranno ripristinate le scadenze delle concessioni rilasciate''. Sull'occupazione ''le stime ufficiali (fonte Isfol) relative all'intero settore di estrazione di petrolio e gas in Italia parlano di 9 mila impiegati e 3 mila nelle piattaforme oggetto del referendum: un settore già in crisi da tempo per la riduzione dei consumi nazionali di gas e petrolio (-22% di gas e -33% di petrolio negli ultimi 10 anni)''.
Per il Comitato ''il governo deve rispondere del fatto che non ha alcun piano industriale per lo smantellamento delle piattaforme e la bonifica delle aree marine'' e che ''il ricollocamento dei lavoratori del settore, varrebbe investimenti dai 5 milioni ai 10 milioni di euro per struttura''.
''L'unico modo per garantire un futuro occupazionale duraturo - conclude - è quello di investire in innovazione industriale e in una nuova politica energetica: le previsioni parlano di un settore delle rinnovabili in espansione che in Italia potrebbe generare almeno 100 mila posti di lavoro al 2030''.
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