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08 Aprile 2016 - 17:49
Maserati
Il domani dello stabilimento modenese della Maserati "ci preoccupa perché l'azienda continua a non fornire risposte chiare e concrete. Tuttavia siamo impegnati a tutti i livelli per trovare soluzioni". E' quanto sostiene, in una nota, il segretario generale della Fim-Cisl Emilia Centrale, Claudio Mattiello commentando l'esito dell'incontro avuto mercoledì scorso con Pietro De Biasi, responsabile relazioni industriali di Fca.
"Rispetto alla Uilm, noi siamo meno ottimisti sulla possibilità che venga prodotto a Modena un nuovo modello Maserati - dice Mattiello -: in ogni caso, poiché un nuovo modello richiede tempi non brevi di industrializzazione, si pone, anche nella migliore delle ipotesi, un problema di scarico di lavoro, quantificabile in circa 120 persone: 105 operai e 15 impiegati".
Di fatto, prosegue la nota, "Fca ha dato la disponibilità per il distacco, che potrebbe diventare definitivo, di circa 50 persone in Ferrari, il passaggio di circa dieci persone nella divisione Maserati Corse, la trasferta/trasferimento di eventuali volontari alla Sevel di Val di Sangro, a Termoli e, in futuro, anche a Cassino. Infine c'è la possibilità di aprire un percorso di uscita volontaria finalizzata alla pensione".
Sul tema interviene anche il segretario generale della Cisl Emilia Centrale, William Ballotta secondo cui servono "calma e sangue freddo: questa situazione impone di muoversi insieme, non di andare in ordine sparso per cercare visibilità. Sindacati e istituzioni uniscano energie e sforzi per difendere il binomio storico tra Modena e il Tridente, che ha un grande valore economico e sociale, oltre che rappresentare un simbolo del nostro territorio".
Comunque, aggiunge Mattiello, "in caso di risposte negative dell'azienda e qualora non fossero raggiunti gli obiettivi di piena occupazione e saturazione, insieme alle altre organizzazioni sindacali metteremo in campo tutte le iniziative, nessuna esclusa, per tutelare i lavoratori Maserati".
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