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08 Aprile 2016 - 17:47
trivelle
"Il settore delle estrazioni di petrolio e gas è tra i più a rischio corruzione, con un tasso del 25% per quella percepita (dato Trasparency). Petrolio, gas e risorse minerarie costituiscono tuttora i settori a maggior rischio corruzione del mondo (dati Ong Global Witness): in un campione di 427 casi registrati tra il 1999 e la fine del 2014, quelli riguardanti i settori citati rappresenterebbero da soli il 19% del totale". E' quanto emerge da 'Sporco petrolio', il dossier di Legambiente presentato oggi a Perugia.
I dati sono stati illustrati da Antonio Pergolizzi, coordinatore dell'Osservatorio ambiente e legalità dell'associazione, Marco Fratoddi, direttore della Nuova Ecologia, Carlo Fini, del comitato umbro Ferma le Trivelle, Andrea Minutolo, coordinatore dell'ufficio scientifico di Legambiente e Maurizio Zara, vicepresidente Legambiente Umbria.
Un dossier che - è stato spiegato - "racconta l'altra faccia dell'oro nero" ripercorrendo alcune storie "emblematiche tra illegalità, corruzione e inquinamento ambientale", dal più recente caso del Centro oli di Viggiano e di Tempa Rossa e Augusta, alla vicenda relativa alla piattaforma Vega A al largo delle coste di Pozzallo, fino alla storia della Raffineria di Gela; dall'inchiesta sulla raffineria di Cremona a quella di Livorno.
"Prendendo in esame solo i principali scandali che hanno caratterizzato gli ultimi due anni e mezzo - si legge nel dossier -, in Italia sono state almeno 97 le persone sotto indagine (in alcuni casi già condannate) per reati ambientali e sanitari e 92 per reati legati a corruzione, truffa e frode fiscale, per un totale di 189 soggetti, tra cui molti alti dirigenti e funzionari. L'alta propensione alla corruzione nel settore delle estrazioni di gas e idrocarburi è principalmente dovuta proprio alla sproporzione fra la forza contrattuale ed economica messa in campo dai singoli operatori economici titolari o gestori degli impianti e la debolezza politica ed economica dei territori dove insistono realmente le piattaforme estrattive".
Dal tavolo dei relatori anche un invito a votare si, domenica 17 aprile, al referendum sulle trivelle. "Votando si - ha detto Andrea Minutolo - si cancellerà l'ennesimo regalo alle compagnie petrolifere grazie all'approvazione della Legge di Stabilità 2016, che permette loro di estrarre petrolio e gas nei nostri mari entro le 12 miglia, senza alcun limite di tempo". "Andare a votare il 17 aprile - ha detto la presidente nazionale di Legambiente Rossella Muroni commentando il dossier - significa dare un segnale chiaro e inequivocabile sulla politica energetica che vogliamo. Partecipare al referendum non significa solo voler porre un limite alla durata delle concessioni di ricerca ed estrazione di petrolio e gas entro le 12 miglia: vuol dire indicare quale futuro desideriamo per i cittadini e i territori di questo Paese; vuol dire spingere verso un futuro pulito, libero dalle pastoie dell'illegalità, dei rischi e dell'inquinamento che caratterizzano la filiera del petrolio.
Per questo invitiamo tutti i cittadini ad andare a votare e a votare si. Affinché il nostro Paese prenda con decisione la strada che ci porterà fuori delle vecchie fonti fossili, innovi il nostro sistema produttivo, combatta con coerenza l'inquinamento e la febbre del pianeta, rispettando gli impegni che il Governo ha preso alla COP21 di Parigi a fine 2015".
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