UDINE. Latte: Coldiretti, migliaia in piazza con mucche e trattori
02 Aprile 2016 - 11:44
Latte
Sono migliaia gli allevatori che con trattori e mucche sono arrivati questa mattina a Udine, a un anno dalla fine delle quote latte, per la manifestazione nazionale della Coldiretti tesa a denunciare "una crisi senza precedenti che sta provocando la strage delle stalle italiane". Molti gli striscioni e cartelloni esposti sui quali si leggono le richieste degli allevatori: "Chi acquista ha il diritto di sapere se quello che compra è veramente fatto in Italia", "Più trasparenza con l'etichettatura di origine obbligatoria" e "Stop a speculazioni: giusto prezzo per produttori e consumatori", "Avete preso i nostri marchi, non vi daremo le nostre mucche". In piazza è stata montata una caldaia per la preparazione del formaggio, ma è esposta anche una selezione dei migliori formaggi della montagna italiana ritenuti "a rischio di estinzione" a causa delle cagliate e delle polveri di latte straniere, come quelle che sono state scoperte recentemente alla frontiera del Tarvisio. Per la mobilitazione nazionale è stata scelta Udine, poiché il Friuli Venezia Giulia è considerato la porta di ingresso in Italia di centinaia di milioni di chili di latte stranieri, anche come trasformati e semilavorati industriali, che vengono spacciati con l'inganno come Made in Italy. Il risultato è che nella regione il prezzo per il latte pagato agli allevatori è il più basso d'Italia. Di fronte al Teatro Nuovo Giovanni da Udine, dove è stato fissato il cuore della manifestazione, è presente anche la pronipote della mucca 'Onestina', simbolo della battaglia per il Made in Italy degli allevatori che chiedono "di continuare a mungere con un prezzo giusto e onesto". "Tonnellate di latte da buttare perché sono stati disdetti i contratti e non viene più ritirato dalle stalle, dove bisogna però continuare a mungere per non far soffrire gli animali". A denunciarlo è stato stamane a Udine il presidente della Coldiretti, Roberto Moncalvo, presente alla mobilitazione di migliaia di allevatori scesi in piazza con mucche e trattori a un anno dalla fine delle quote latte che coincide con la scadenza della maggioranza dei contratti all'inizio di aprile, che ha provocato il crollo dei prezzi riconosciuti agli allevatori, ma anche il mancato ritiro del latte. "Non è più in vigore l'accordo sul prezzo del latte e si tagliano in modo unilaterale i compensi agli allevatori sotto il ricatto - sottolinea la Coldiretti - di non accettare la consegna di un prodotto deperibile come il latte". Il fatto che il latte italiano venga rifiutato, secondo Coldiretti, "dimostra quanto sia strumentale la posizione di chi sostiene che il latte straniero è necessario per soddisfare la domanda nazionale". Per l'organizzazione agricola, la realtà è che "si punta a far chiudere le stalle per giustificare l'aumento delle importazioni di semilavorati di provenienza straniera a basso costo e scarsa qualità per sostituire il latte italiano". Una speculazione che sarebbe divenuta ancor più conveniente a seguito dell'embargo russo ai prodotti lattiero caseari europei che, dovendo trovare nuovi sbocchi, stanno invadendo il mercato italiano.
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