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30 Marzo 2016 - 16:24
Possono essere un'alternativa all'università e una buona chance per trovare lavoro. Gli Istituti tecnici superiori hanno sfornato, alla fine del triennio 2011-2014, 1.235 diplomati e di questi l'81,1% ha un'occupazione, il 46,8% a tempo indeterminato.
Dati confortanti, diffusi oggi in occasione della presentazione, al Miur, dei 28 Its che riceveranno quest'anno, sulla base di un monitoraggio realizzato dall'Indire su 67 percorsi (che fanno capo a 49 Its), un bonus per gli "elevati standard di eccellenza" raggiunti in relazione al numero dei diplomati e al loro inserimento nel mondo del lavoro, così come previsto dalla legge "Buona scuola". Il fondo premiale ammonta in tutto a 3.846.366 euro.
I dati di monitoraggio riguardano i 67 percorsi conclusi da almeno un anno al dicembre 2015 e portati a termine nel triennio 2011-2014. Fra i migliori 28 superdiplomi emerge la forte presenza di realtà del Veneto con 7 percorsi che accedono ai fondi premiali, 2 dei quali appartengono all'Its sulla meccatronica di Vicenza. La Lombardia, l'Emilia Romagna e il Friuli Venezia Giulia presentano tutte, rispettivamente, 3 percorsi che accedono alla premialità. In Emilia Romagna tutte e tre i percorsi sono dell'Its Maker di Bologna, in Lombardia 2 dei 3 percorsi premiati afferiscono all'Its per la filiera dei trasporti e della logistica intermodale di Varese. E anche 2 dei percorsi del Friuli appartengono allo stesso Its, quello sulle Nuove tecnologie per il Made in Italy indirizzo per l'industria meccanica e aeronautica di Udine.
Dei 1.684 studenti iscritti ai corsi monitorati, 1.235 sono i diplomati. Di questi 1.002 hanno un impiego. Il 90,2% degli occupati ha trovato un lavoro coerente con il titolo di studio conseguito. Dei 1.002 occupati 469 (il 46,8%) lo sono a tempo indeterminato, 533 (il 53,2%) a tempo determinato. Rispetto allo scorso anno aumenta la percentuale degli occupati a 12 mesi (dal 78,3% del 2015, all' 81,1% del 2016); anche quelli coerenti con l'area tecnologica sono in crescita: dall' 86,4% al 90,2. Il 76,8% degli studenti è di genere maschile, con una percentuale di abbandono del 22,9%. Il 96% degli ammessi è diplomato ma c'è anche un 4% di laureati.
Le aziende che hanno ospitato in stage i corsisti sono 1.157, lo 0,03% del totale delle imprese presenti in Italia. Si tratta soprattutto di imprese con meno di 50 dipendenti (il 70,5%). Il 66,4% dei docenti proviene dal mondo del lavoro.
Dal 2010 sono 509 i percorsi attivati, di cui 232 conclusi, e 5.770 gli studenti iscritti.
"Gli Its - ha spiegato il sottosegretario Gabriele Toccafondi - sono una delle strade da percorrere per dare opportunità di lavoro ai nostri giovani e per arricchire le nostre imprese e i centri di ricerca con tecnici altamente qualificati. Stiamo lavorando per creare anche in Italia un sistema terziario professionalizzante e gli Its possono essere il cardine centrale del nostro modello, abbiamo ancora molta strada da fare per migliorare il sistema, ma la realtà e questi primi risultati ci dicono che stiamo andando nella giusta direzione".
"I numeri del monitoraggio 2015 confermano che questo tipo di formazione, basato su attività laboratoriali e che integra studio e lavoro, riesce a rispondere alle esigenze del mondo produttivo italiano" ha concordato il Presidente di Indire, Giovanni Biondi.
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