Dopo Giulia, anche Jonella Ligresti potrebbe uscire dall'inchiesta Fonsai con un patteggiamento: 3 anni e quattro mesi. Non è escluso, sostengono i suoi legali, che se la richiesta verrà accolta dal gip lei, in carcere per quasi quattro mesi, possa scontare la pena in affidamento ai servizi sociali. Anche la sorella di Jonella, Giulia, era uscita dall'inchiesta sulla compagnia assicurativa patteggiando. Due anni e otto mesi la pena patteggiata, ventimila euro di multa e la confisca di quote immobiliari e polizze assicurative del valore di alcuni milioni di euro. Ieri la Procura ha dato parere favorevole al patteggiamento di Jonella. Lo ha fatto senza curarsi delle polemiche politiche sollevate nei confronti del ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri, interessatasi al caso Ligresti perché legata alla famiglia "da vera amicizia", come lei stessa ha tenuto a precisare oggi: "Non sono mai venuta meno ai miei doveri per un amico. Non lo farei neppure per un fratello, per una sorella". Il procuratore di Torino, Giancarlo Caselli, ha peraltro ribadito anche oggi quanto detto fin dal primo giorno in cui è stato sollevato il 'caso Cancellieri': nessuna interferenza da parte del ministro. Alla trasmissione di Raitre Agorà, Caselli ha affermato: "La decisione del gip di concedere gli arresti domiciliari a Giulia Ligresti è stata presa esclusivamente sulla base di fatti concreti e provati: le condizioni di salute, che rendevano pericolosa la permanenza in carcere, e il fatto che già il 2 agosto, quindi ben prima delle telefonate in questione (del ministro Cancellieri, ndr), c'era stata una richiesta di patteggiamento accettata dalla procura". "Qualunque illazione, che metta in campo circostanze esterne al meccanismo processuale - ha aggiunto il procuratore - non può che considerarsi arbitraria e destituita di ogni fondamento. Telefonate esterne, per quanto riguarda il mio ufficio, non ne esistono". Nessuna interferenza, dunque. Ma le polemiche continuano. A suscitarle, in particolare, è il contenuto della intercettazione di una conversazione telefonica fatta da Giulia Ligresti con un certo Michele Gulino. E' il 12 gennaio e Giulia parla della possibile fusione Unipol-Fonsai (che poi sarebbe andata in porto). La figlia dell'ingegner Ligresti afferma tra l'altro che a favore della fusione si era creato tutto un fronte compatto, che comprendeva parte dei media, le Authority e anche il procuratore aggiunto di Milano, Francesco Greco. "Hanno la stampa tutta con loro... - dice Giulia nella telefonata -. Hanno le authority tutte con loro, cioè sono al loro servizio, anzi gli dicono come devono fare le cose. Hanno le associazioni consumatori, Fondiaria, tutto questo mondo finanziario tutto con loro... gli advisor...". L'interlocutore: "sì, ma la Procura no". Giulia Ligresti: "Una parte della Procura no, perché Greco l'hai visto come si comporta.... Totalmente schierato... pro Unipol".
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