ROMA. Tumori: 10mila con problemi fertilità, 50% conosce tecniche
22 Marzo 2016 - 17:07
Sono circa 10mila ogni anno in Italia i malati oncologici che hanno problemi legati alla fertilità, ma solo uno su due, secondo stime internazionali, è adeguatamente informato circa la possibilità di crioconservare i propri gameti a fini riproduttivi in futuro. E' il quadro emerso in occasione del convegno sull'Oncofertilità promosso dalle Società Italiana di Endocrinologia, Oncologia Medica e Ginecologia ed Ostetricia. Preservare la fertilità dei giovani ''è un dovere, soprattutto per dare un futuro a chi deve fare i conti con una malattia oncologica troppo presto nella vita'', ha affermato il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in un messaggio in occasione dell'incontro. Un problema crescente tanto che, ha sottolineato, il nuovo Piano per la fertilità, finalizzato ad attivare politiche per aumentare la consapevolezza delle coppie sui tempi fisiologici della fertilità e sui comportamenti che possono incidere negativamente sui di essa e sollecitare i professionisti sanitari, ''riserva una spazio particolare alla preservazione della fertilità nei pazienti oncologici''. La crioconservazione dei gameti rappresenta appunto una modalità per preservare la fertilità ai fini riproduttivi ma, secondo stime internazionali, solo un paziente oncologico su due viene adeguatamente informato a fronte, ha sottolineato l'oncologo Enrico Cortesi del Policlinico Umberto I di Roma, ''di circa 10mila pazienti con cancro ogni anno con problemi di fertilità''. Altro problema è poi quello della distribuzione 'a macchia di leopardo' sul territorio delle banche del seme 'pure', ovvero strutture nelle quali il paziente può conservare i propri gameti a tempo indeterminato: attive sono quelle delle università di Torino, Roma Sapienza, Catania, L'Aquila, Firenze e Padova. Obiettivo, hanno rilevato le tre Società scientifiche, è anche creare una rete tra le strutture per andare incontro alle esigenze di un numero sempre crescente di pazienti. Dopo Barcellona, Londra e Ginevra, sarà Torino ad ospitare il 35/o Congresso Estro, la Società Europea di Radioterapia Oncologica che porterà, dal 29 aprile al 3 maggio, 6 mila partecipanti da 80 Paesi. L'evento, che si terrà per la prima volta in Italia dopo 26 anni, si svolgerà al Centro Congressi del Lingotto dove si daranno appuntamento i massimi esperti mondiali nel campo della redioterapia oncologica e saranno presentati i risultati di nuove ricerche condotte in questo settore. Un appuntamento che, per la città, significa anche una ricaduta in termini economici, stimata fra i 10 e i 12 milioni di euro.
Ad aprire i lavori, la lectio magistralis del direttore del Museo Egizio Christian Greco sul dialogo fra scienza medica e egittologia. Fra gli appuntamenti la Giornata dei Pazienti e la Super Run, una corsa sulla pista del Lingotto. "Il messaggio principale - sottolinea il professor Umberto Ricardi co-chair del comitato organizzatore nazionale e neo presidente eletto dell'Estro - è che la radioterapia oggi è in grado di curare il cancro sempre di più in modo sicuro e vorremmo anche enfatizzare la multidisciplinarità della cura". Per il sindaco Piero Fassino si tratta di un "congresso importante su un tema di evidente rilievo che consolida la vocazione congressuale della città che cresce di anno in anno".
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