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ROMA. Da Milano a Napoli lo smog resiste, è blocco auto

ROMA. Da Milano a Napoli lo smog resiste, è blocco auto

Da Milano a Napoli, i Comuni corrono ai ripari per far fronte alla persistenza dello smog. Le misure sono quelle di emergenza: dal blocco o alla limitazione del traffico, all'abbassamento della temperatura dei termosifoni, al divieto di usare in particolare la legna nel riscaldamento domestico.

Ma a rendere l'aria più respirabile saranno provvedimenti di medio e lungo periodo, quindi strutturali, che fanno leva soprattutto su mobilità sostenibile e riqualificazione energetica. Se ne parlerà domani al ministero dell'Ambiente in una riunione presieduta dal titolare, Gian Luca Galletti, con Regioni, Comuni, Anci, Conferenza delle Regioni, Protezione civile.

Per l'emergenza, che si è ripresentata in assenza di pioggia dopo la precedente di Natale, oggi a Milano e in altri 21 Comuni dell'hinterland sono scattate le misure antismog, previste dal Protocollo della Città Metropolitana in caso di superamento per dieci giorni consecutivi della soglia media giornaliera di 50 microgrammi per metro cubo di Pm10. A Napoli da oggi è partita una sei giorni di blocco della circolazione.

A Milano le limitazioni riguardano la circolazione della auto euro 3 diesel senza filtri antiparticolato. È inoltre prevista la diminuzione di un grado centigrado dei riscaldamenti e la riduzione di due ore della durata di accensione degli impianti.

Intanto anche ieri le centraline dell'Arpa hanno registrato in quasi tutta la Lombardia concentrazioni di polveri sottili oltre i limiti. A Pavia sono state programmate due domeniche a piedi il 7 e il 28 febbraio. Ma l'Anci regionale afferma che "è in atto un'emergenza che mette a rischio la salute dei cittadini" e chiede una regia da parte della Regione e ai Comuni delle aree più inquinate il divieto di circolazione degli Euro 3 diesel, l'abbassamento di un grado della temperatura degli edifici, il divieto di lasciare aperte le porte degli esercizi commerciali e di bruciare legna in camini aperti.

Giro di vite a Napoli, dove da oggi e fino al 6 febbraio, un'ordinanza del sindaco Luigi de Magistris prevede la limitazione della circolazione dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19.30. Stop alle auto fino alla categoria Euro 3 (a meno che non abbiano tre persone a bordo).

A Roma ieri è stata una 'domenica ecologica', cioè senz'auto, ma per l'associazione Codacons sono "ancora pochi i controlli e insufficienti le multe e così è impossibile far rispettare i divieti e ridurre lo smog nella capitale". Rientrata, venerdì scorso, l'ipotesi di targhe alterne oggi e domani.

Week-end nero per il Veneto sul fronte inquinamento. Da domani limitazioni ai veicoli più inquinanti e al riscaldamento a Venezia e in vari Comuni (Pordenone, Cordenons e Porcia).

Mercoledì stop ai mezzi più inquinanti a Gorizia.

Contro lo smog è ora di mettere mano al portafogli. Il governo ha detto che sono stati individuati 1,5 miliardi, non tutti subito disponibili ma poco più di 400 milioni potrebbero cominciare ad essere spesi a stretto giro (35 per la mobilità sostenibile previsti dal Collegato ambientale che entra in vigore domani, 300 attraverso il fondo Kyoto per reti di ricarica elettrica ed efficienza energetica in scuole, strutture sportive e condomini, 70 dai ministeri dell'Ambiente e dello Sviluppo per la riqualificazione degli edifici della P.a).

Certo, ce ne vorrebbero molti di più per misure strutturali - dalla riqualificazione energetica degli edifici della Pubblica amministrazione al rinnovo dei mezzi pubblici ad incentivi per sostituire i veicoli più inquinanti - idonee a risolvere un problema che esiste da oltre 30 anni, ricorda spesso il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti, preoccupato che "la straordinarietà del momento che stiamo vivendo, per via dei cambiamenti climatici, tra un po' possa diventare ordinaria".

Intanto, domani si comincia a parlarne più concretamente. Il ministro ha convocato il Comitato di Coordinamento ambientale, la task force di sindaci e governatori costituita a dicembre scorso in occasione della precedente emergenza smog in cui fu stilato un Protocollo d'intesa con Conferenza delle Regioni e Anci con Misure d'emergenza e un Piano strategico triennale. Di altri interventi strutturali di più lungo periodo, per i quali ci sarebbe un miliardo dalla legge di Stabilità, se ne riparlerà.

Le Regioni hanno richieste ben chiare. La Lombardia chiede due miliardi di euro, in cinque anni: uno per rafforzare il trasporto pubblico locale e ad un altro per incentivare la sostituzione dei veicoli privati più inquinanti. La Lombardia vuole anche che la Ue riconosca la specificità del bacino padano, con contestuale coordinamento a livello nazionale delle politiche per l'aria delle Regioni interessate.

Il Veneto boccia le misure spot. L'assessore all'Ambiente Gianpaolo Bottacin domani ribadirà che sono necessari "almeno 500 milioni di euro per le misure strutturali che il Veneto intende attuare con il Piano di risanamento dell'atmosfera" che prevede il risparmio energetico degli edifici, privilegiare le fonti rinnovabili e le produzioni a energia pulita e incentivi ai cittadini per la sostituzione di impianti di riscaldamento obsoleti e promozione di una mobilità sostenibile. Il principale responsabile dell'inquinamento dell'aria sono gli impianti di riscaldamento privati (65%) seguiti dal trasporto su strada (18%) ha rilevato Bottacin.

Il vicesindaco di Napoli Raffaele Del Giudice domani chiederà di sbloccare i finanziamenti per l'acquisto di nuovi bus non inquinanti e per il completamento della linea 6 della metropolitana e le risorse necessarie piantare 7 mila nuovi alberi in città.

Il Piemonte, che non vuole misure a macchia di leopardo, punta a una strategia omogenea con Comuni più importanti e Province. In un incontro mercoledì si cercherà di tradurre in ambito regionale le indicazioni nazionali. Per lo stesso motivo, l'Umbria ha costituito un tavolo istituzionale della qualità dell'aria.

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