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26 Gennaio 2016 - 19:48
Fra amministrazioni straordinarie, crisi aziendali e processi di riorganizzazione produttiva in corso, con tagli al personale spesso ingenti, la mappa delle industrie in difficoltà in Italia è ampia e variegata.
Ecco di seguito alcuni dei fronti più 'caldi' sul terreno industriale.
- AGILE: nel 2010, quando è entrata in amministrazione straordinaria con la cassa-integrazione straordinaria per i circa 2.000 dipendenti si chiamava ancora Eutelia. Da allora la società con sedi in diverse Regioni ha cambiato nome, gli ex vertici sono finiti sotto processo anche per associazione a delinquere e il personale si è prima ridotto a 780 unità e poi finito nel vortice dei licenziamenti.
- ALCOA: la crisi si apre nel 2012 quando il colosso statunitense dell'alluminio decide lo stop della produzione a Portovesme, che occupava 450 persone. Chiusa la trattativa per la cessione a Klesch, ora si prosegue con Glencore, ma il futuro è ancora nebuloso.
- DE TOMASO: la casa automobilistica torinese fallisce nel 2013, con 940 dipendenti in cassa integrazione. Anche qui ex manager, Gian Mario Rossignolo, a processo, con il marchio acquisito per poco più di un milione dalla cinese Ideal Time Vince (sede legale nelle Isole Vergini). Ma resta ancora da capire cosa accadrà a centinaia di lavoratori del gruppo.
- ENI GELA: la raffineria che, contando l'indotto, da' lavoro a circa 2.000 persone, è ferma per il piano di conversione in bio-raffineria, spiega Eni, ma dal primo gennaio è partita una nuova riduzione del personale, con conseguenti proteste che hanno coinvolto tutta la cittadinanza.
- FINCANTIERI: agli stabilimenti di Palermo e Monfalcone lavorano circa 3.600 dipendenti. In quello siciliano più della metà sono in cassa integrazione a zero ore, mentre vengono gestiti 140 esuberi attraverso pensionamenti, part time e cig a rotazione.
- HEWLETT PACKARD: avviato la cessione dello stabilimento di Pozzuoli nel luglio 2015, è in corso la trattativa con MaticMind per il passaggio dei 160 dipendenti occupati.
- ILVA: a fine 2014 l'ingresso in amministrazione straordinaria, pochi giorni fa l'avvio della procedure di infrazione a livello europeo. Fra cordate presunte e offerte smentite il futuro degli stabilimenti di Taranto e Genova resta complesso.
- LUCCHINI: la situazione si è sbrogliata nella primavera scorsa, con l'acquisizione del gruppo di Piombino da parte degli algerini di Cevital. Ma 1.100 dipendenti sono in cassa integrazione a zero ore fino al novembre 2016.
- MERCATONE UNO: entra nel concordato preventivo esattamente un anno fa e finisce in amministrazione straordinaria ad aprile. In ballo 34 sedi in tutta Italia con 1.360 dipendenti coinvolti.
- PERUGINA: dopo le proteste dello scorso anno, sono ancora in corso le trattative per le modifiche al contratto, con un nuovo appuntamento con la Nestlé probabilmente a febbraio. La solidarietà è ancora in corso ma i sindacati temono un'ulteriore stretta su numeri o orari di lavoro.
- SAECO: di fronte all'ingresso della fabbrica a Gaggio, in provincia di Bologna, 243 tazzine di caffè, quanti i dipendenti che rischiano di restare a casa sui 558 attuali, dopo il piano di tagli annunciato lo scorso novembre.
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