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GENOVA. Porti: riforma, il traguardo dopo dieci anni di attesa

Per la portualità italiana scatta la rivoluzione. Attesa da 10, da quando si è iniziato a parlare di riforma della legge 84/94, con il decreto di "Riorganizzazione, razionalizzazione e semplificazione delle autorità portuali" approvato dal Consiglio dei ministri, si gira pagina. Cambia la governance per prima cosa, all'insegna del fare sistema: nasceranno 15 autorità di sistema portuale a sostituire le attuali 24 Autorità portuali. Due saranno a cavallo fra due regioni, l'Autorità di sistema portuale del Mar ligure orientale La Spezia che comprende anche Marina di Carrara e l'Autorità di sistema portuale dello stretto Gioia Tauro che mette insieme Reggio Calabria e Messina.

"I porti italiani ora faranno sistema - spiega il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio - si compiono scelte strategiche, si semplificano i processi. La sfida è quella del confronto con le grandi potenze portuali del mondo, il Nord Europa, il Nord Africa, il Pireo, il Far East".

Sistema è la parola d'ordine, insieme a snellimento. Ogni Autorità di sistema portuale, con funzioni strategiche di indirizzo, programmazione e coordinamento degli scali compresi nella propria area, sarà governata da un presidente, nominato dal ministro d'intesa con il governatore della Regione o delle Regioni coinvolte, supportato da un Comitato di gestione molto più snello degli attuali Comitati portuali (a livello nazionale si passa da circa 336 membri a 70) e in cui siederanno solo rappresentanti pubblici, mentre gli operatori saranno coinvolti con un Tavolo di partenariato della risorsa mare, con funzione consultiva. Poi ci saranno il segretario generale e il collegio dei revisori dei conti, mentre i porti non sede dell'Autorità portuale di sistema (come Savona, ad esempio, accorpata con Genova nell'Autorità del Mar ligure occidentale, avranno a capo un direttore di scalo). Un tavolo nazionale di coordinamento delle Autorità di sistema istituito al ministero farà da interfaccia e garantirà la coerenza dei singoli piani con la strategia portuale che avrà finalmente una linea nazionale.

"Oggi sono 24 le Autorità portuali, le riduciamo a 15 con una sana e seria politica di coordinamento. Qualche poltrona in meno e efficienza in più", dice il premier Matteo Renzi.

L'altro aspetto è la semplificazione burocratica, che scatterà grazie al decreto, con lo Sportello Unico doganale e dei controlli, da realizzare sotto il coordinamento dell'Agenzia delle dogane, e lo Sportello amministrativo unico che permetteranno di ridurre drasticamente i tempi di sdoganamento e amministrativi.

Ora che il decreto è approvato, ci vorranno 100 giorni per l'entrata in vigore, 40 per la pubblicazione e poi 60 per i pareri delle commissioni di Camera e Senato. Se nel frattempo il ministero riuscirà già a concordare con i presidenti delle Regioni i nomi dei futuri presidenti delle Autorità, in teoria la rivoluzione potrebbe partire in tempi relativamente brevi. E il passo successivo sarà affrontare il tema dell'organizzazione del lavoro che dovrebbe essere oggetto del prossimo provvedimento.

Soddisfatta Assoporti: "E' il primo passo per il rilancio del sistema nazionale dei porti e della logistica" commenta il presidente dell'associazione Pasqualino Monti. Positivo anche il commento di Confetra che apprezza l'operato di Delrio: "Si muove coerentemente all'obiettivo di dare ad un Paese come il nostro, che vorremmo restasse manifatturiero ma che non ha materie prime, un asset indispensabile rappresentato dai porti e da sistemi logistici adeguati".

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