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20 Gennaio 2016 - 11:04
trivelle
Il 'miraggio' dell'oro nero nel 'Mare Nostrum' va dall'Adriatico al Canale di Sicilia passando per lo Ionio e, secondo elaborazioni di Legambiente sulla base di dati 2015 del Ministero dello Sviluppo Economico, riguarda oltre 127mila chilometri quadrati di mare, dove 13 compagnie petrolifere - di cui 6 italiane e 7 straniere - intendono avviare attività di ricerca e prospezione off-shore per fini di ricerca petroliferi. Sui fondali marini italiani, sempre secondo valutazioni del ministero dello Sviluppo economico riportate da Legambiente, ci sarebbero circa 10 milioni di tonnellate di petrolio di riserve certe. I permessi di ricerca attualmente rilasciati sono 16, compreso l'ultimo della Petrceltic rilasciato dal MISE a fine 2015 e che riguarda 373 kmq di mare vicino le isole Tremiti, per un totale di 6.327 kmq, cui si aggiungono altre 38 richieste di permesso di ricerca per un totale di 23.739 kmq e le 8 istanze di permesso di prospezione per circa 96.585 kmq, oltre le 5 richieste di concessione per l'estrazione di petrolio per ulteriori 558,7 kmq.
Ecco la mappa del mare nostrum: ADRIATICO: Oltre 12.290 kmq nell'Adriatico centro meridionale italiano sono interessati da permessi di ricerca, istanze di coltivazione o per nuove attività di esplorazione di petrolio che si aggiungono alle 8 piattaforme già attive e da cui nel 2013 sono state estratte 422.758 tonnellate di greggio, il 58% del totale nazionale estratto dai fondali marini. E' in fase di autorizzazione una nuova piattaforma a largo di Ortona dell'Agip, mentre quella di Ombrina mare di Rockhopper, a largo della costa teatina in Abruzzo, è stata invece bloccata dall'emendamento del governo alla Legge di Stabilità che ha ripristinato il limite delle 12 miglia per le trivellazioni il 23 dicembre scorso.
IONIO: Nel Mar Ionio sono interessati da permessi di ricerca, istanze di coltivazione o per nuove attività di esplorazione di petrolio circa 7.219 Kmq, compresa un'area per la quale è stata richiesto il permesso per l'estrazione degli idrocarburi al largo di Marina di Sibari (Cosenza).
CANALE DI SICILIA: L'area interessata, al largo delle coste meridionali della Sicilia, è di circa 3.599 kmq e quattro aree già estrattive o richieste, al largo di Pantelleria, Licata, Gela e Ragusa. Tra le piattaforme petrolifere operative in Sicilia c'è la Vega (60% Edison e 40% Eni), la più grande piattaforma petrolifera fissa del Mediterraneo, 12 miglia a sud di Pozzallo (Ragusa).
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