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ROMA. Trivelle: Avvocato dello Stato "Referendum, a rischio profili ambientali"

ROMA. Trivelle: Avvocato dello Stato "Referendum, a rischio profili ambientali"

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Nella riformulazione del quesito referendario sulle trivelle operato dalla Cassazione non si tiene conto dell'inciso inserito nella legge di Stabilità su "rispetto degli standard di sicurezza e salvaguardia ambientali" e in caso di accoglimento, i profili ambientali "verrebbero paradossalmente travolti dall'esito referendario". Lo sostiene la memoria dell'Avvocatura dello Stato che domani 'difenderà' la legge di fronte alla Corte Costituzionale chiedendo che il quesito referendario sia dichiarato inammissibile.

Dei sei quesiti proposti da un gruppo di Consigli regionali, solo uno è rimasto valido con il via libera della Cassazione, dopo che la legge di Stabilità è intervenuta a 'sanare' una serie di punti nelle norme contestate. Si tratta del quesito relativo alla durata dei diritti di sfruttamento dei giacimenti. La legge di Stabilità 2016 ha ripristinato il divieto di trivellazioni entro le 12 miglia dalla costa, ma ha anche stabilito che "i titoli abilitativi già rilasciati sono fatti salvi per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale", come riporta la memoria.

Secondo l'Avvocatura, le misure introdotte in Stabilità non sono "elusive" del quesito referendario e ma anzi ricostruiscono la materia dandole "un nuovo e assolutamente diverso assetto".

L'ambito in cui si muove la norma tocca "l'interesse prioritario dello Stato all'approvvigionamento delle risorse energetiche: interesse maggiormente avvertito in una fase di acute tensioni internazionali". Ma tali interessi sono contemperati con altri quali "la tutela dell'ambiente e dell'ecosistema, la tutela della salute delle aree marine e costiere protette", si legge nella memoria.

La Cassazione, nell'ammettere il quesito referendario, lo ha però riformulato in una forma che secondo l'Avvocatura "presenta aspetti di problematicità che non possono essere trascurati". La Suprema Corte ha assimilato il concetto di durata commisurata alla "vita utile del giacimento" a una sostanziale proroga delle concessioni già rilasciate. E ha riscritto il quesito senza tener conto dell'inciso sulla sicurezza ambientale che era contenuto nella norma. Per l'Avvocatura, quindi, proprio quelle tutele rischiano di essere travolte da un'eventuale abrogazione della norma.

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