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21 Dicembre 2015 - 15:53
iaquinta
Anche l'ex calciatore della Nazionale campione del mondo nel 2006 Vincenzo Iaquinta è tra i rinviati a giudizio dal giudice dell'udienza preliminare di Aemilia, il processo di 'Ndrangheta in corso a Bologna. L'ex attaccante della Juventus risponde della violazione di reati di armi, con l'aggravante di aver agito al fine di agevolare l'associazione di tipo mafioso. Al padre Giuseppe, imprenditore, è contestata la partecipazione nell'associazione.
Tra i rinviati a giudizio c'è poi l'imprenditore edile Augusto Bianchini, accusato di concorso esterno nell'associazione. E Michele Bolognino, individuato dalla Pm della Dda di Bologna, Marco Mescolini e Beatrice Ronchi, come uno dei promotori del sodalizio, legato alla Cosca Grande Aracri di Cutro ma con una propria forza autonoma operante nel Reggiano. La scelta di andare a dibattimento, diversamente dagli altri 'capi', ha spiegato il suo difensore, avv. Carmen Pisanello, è dovuta al fatto che Bolognino "è più coraggioso, si sente di non essere parte di quest'associazione". A processo andranno organizzatori dell'associazione, come Gaetano Blasco e Antonio Valerio, i due che in una conversazione intercettata ridevano delle scosse del Sisma del 2012; poi partecipanti come Gianluigi Sarcone, Pasquale Brescia, Antonio Muto e Alfonso Paolini, imprenditori come i Vertinelli di Reggio Emilia e Gino Gibertini.
Erano stati in precedenza in 71 a chiedere il rito abbreviato, tra cui Nicolino Grande Aracri, gran parte dei vertici e degli organizzatori, oltre che dei concorrenti esterni come i politici Giuseppe Pagliani e Giovanni Paolo Bernini e la consulente fiscale bolognese Roberta Tattini.
I due imputati per cui è stato pronunciato il non luogo a procedere sono invece un livornese di 53 anni, accusato di un essere un prestanome, e una donna russa di 26.
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