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18 Dicembre 2015 - 09:36
Il Partito democratico va verso un "primarie day" il 6 marzo, per scegliere i candidati sindaco delle città al voto a giugno. Lo hanno comunicato ai segretari regionali e provinciali del partito, il vicesegretario Lorenzo Guerini e la responsabile Enti locali Valentina Paris. La proposta iniziale di Matteo Renzi era di allestire i gazebo il 20 marzo. E invece, dopo un confronto con i rappresentanti dei territori, si è deciso di anticipare. Ma a ciascuna città resterà la possibilità di decidere una data diversa. Lo ha già fatto, del resto, Milano, che andrà "al voto" il 7 febbraio.
Il 26 novembre Guerini ha riunito al Nazareno i segretari delle città al voto, per valutare insieme data e regole. La proposta di Renzi era di scegliere i candidati sindaci tutti insieme il 20 marzo. Ma, fermo restando il metodo, la data era - spiegano fonti Pd - una indicazione di massima da vagliare con i rappresentanti dei territori. Da quel confronto, alla luce del lavoro già avviato nelle diverse città, è emersa così la decisione di anticipare alla prima settimana di marzo. Una mediazione, osservano fonti parlamentari, tra l'esigenza di dare tempo di organizzarsi a chi (Roma, ad esempio) è ancora "in alto mare" e la necessità di non spostare il calendario troppo in là.
Il 6 marzo è una "ipotesi", scrivono Guerini e Paris nella lettera ai segretari regionali, "compatibile con i percorsi territoriali già avviati". La "indicazione" dovrà ora essere "ratificata" dalla "prossima direzione nazionale". Ma restano "ferme le necessità politiche di ciascuna realtà comunale", sottolineano i due esponenti della segreteria. E così, verranno rispettate eventuali scelte difformi. Come quella di Milano, dove si profilano primarie di coalizione il 7 febbraio (ma dentro Sel si registra non poco travaglio) con una corsa a tre tra Giuseppe Sala, Francesca Balzani e Francesco Majorino. A Napoli la coalizione aveva ipotizzato di tenere le primarie il 28 febbraio. Dunque adesso alla coalizione il Pd dovrà proporre il 6 marzo e un'accettazione non è scontata. Intanto, si vanno definendo le regole della consultazione. Sul tavolo c'è la proposta dei Giovani democratici napoletani di estendere il voto ai sedicenni. E si sta sviluppando un'app per cellulari per evitare che si possa votare due volte e ridurre così il rischio di brogli. Quanto ai candidati, ufficialmente in campo c'è solo l'ex sindaco Antonio Bassolino. Non escludono di correre Umberto Ranieri e Gennaro Migliore. Ma lo stesso Bassolino scommette che "non succederà". Lo sfidante potrebbe in effetti essere il candidato "promosso" dalla Leopolda, il pm Giovanni Corona.
E mentre a Roma il quadro è ancora del tutto annebbiato (il nome di Roberto Giachetti resta in "pole", ma la sua candidatura non è affatto scontata), a Bologna sembra rafforzarsi la riconferma del sindaco uscente Virginio Merola. A Torino, infine, è ufficialmente in campo per un secondo mandato Piero Fassino. Ma in ambienti dem emerge qualche preoccupazione perché il candidato di sinistra Giorgio Airaudo rischia di pregiudicare la vittoria al primo turno e costringere Fassino a un rischioso ballottaggio con la candidata M5S Chiara Appendino.
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