Ora è ufficiale: nessun taglio per le 23 prefetture che il Governo intendeva sopprimere. In questo particolare momento costituiscono un presidio di sicurezza "fondamentale" per i cittadini, dice il ministro dell'Interno Angelino Alfano. E il capo della Polizia, Alessandro Pansa, gli fa eco: "di fronte alle perplessità che emergono dai vari confronti, è meglio non innescare il processo di modifica dell'assetto organizzativo del territorio" proprio adesso; e dunque, "il Governo ha deciso di ripensarci". Già nei giorni scorsi era trapelato l'orientamento dell'esecutivo: con il passaggio della legge di Stabilita' alla Camera sono stati presentati due diversi emendamenti, uno di iniziativa del Governo, l'altro di diversi parlamentari del Partito democratico, proprio con l'obiettivo di salvare le Prefetture dalla scure imminente dei tagli - il primo rinviandoli, il secondo stoppandoli definitivamente, come chiede oggi uno dei relatori della legge di Stabilità, Fabio Melilli, del Pd - nel nome della sicurezza dei cittadini. Oggi, dallo stesso ministro Alfano, la conferma che le Prefetture sono salve: "Ho presentato un emendamento alla Legge di Stabilità del 2016 perché le Prefetture restino, tutte, a presidio dei territori come antenne dello Stato in questo particolare momento in cui la loro presenza capillare è fondamentale per i cittadini in termini di sicurezza e di garanzie sociali. L'emendamento da me proposto ha lo scopo di organizzare al meglio la loro presenza sul territorio, armonizzandola con le disposizioni previste dalla cosiddetta legge Madia, e ha già ricevuto il parere favorevole del Dipartimento della Funzione Pubblica e del Ministero dell'Economia e delle Finanze". Questa, ha proseguito il ministro, "la logica che ho seguito per evitare la chiusura di alcune prefetture, scongiurando l'isolamento dei territori interessati, che sarebbero stati privati di quella cinghia di trasmissione che lega i cittadini alle istituzioni. Sono soddisfatto del risultato ottenuto e mi sono impegnato sin dall'inizio perché si potesse raggiungere. Lo Stato non fa passi indietro e tiene ben saldi i suoi presidi di legalità. Mi sono battuto perché il governo seguisse questo orientamento. Come governo e come maggioranza abbiamo dato una grande prova di fiducia ai prefetti, confermando il loro importante ruolo, e abbiamo ricevuto prove di grande efficienza e di tenuta nelle fasi di emergenza, in considerazione di far parte di una eccellenza dello Stato". Soddisfatti i sindacati. "Era del tutto sbagliato - afferma ad esempio Daniele Tissone, del Silp Cgil - cancellare presidi essenziali di sicurezza, legalità e tutela sociale con un provvedimento che minacciava di chiudere ben 23 uffici territoriali quali: Teramo, Chieti, Vibo Valentia, Benevento, Piacenza, Pordenone, Rieti, Savona, Sondrio, Lecco, Cremona, Lodi, Fermo, Isernia, Verbano-Cusio-Ossola, Biella, Oristano, Enna, Massa-Carrara, Prato, Rovigo, Asti e Belluno". Il governo ha dunque "capito l'importanza che simili presidi rivestono in relazione ai molteplici compiti istituzionali a essi demandati tra cui, non ultimo, anche le esigenze di integrazione e coesione sociale connesse ai flussi migratori". Contenti, com'è normale, sono anche gli amministratori dei territori interessati. Tra questi il sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, che ha reso noto di avere avuto conferma al telefono dallo stesso Alfano che il ministero intende ritirare lo schema di Dpr con l'elenco delle 23 sedi che si dovevano sopprimere: "alla fine il buon senso ha prevalso - esulta il sindaco - e anche le Prefetture di Chieti e Teramo sono salve".
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