AGGIORNAMENTI
Cerca
03 Dicembre 2015 - 10:45
Raffaele Guariniello
I numeri sono quelli di un esodo: 500 solo quest'anno tra capi degli uffici giudiziari e loro vice. Ma al di là delle cifre la riforma del governo che ha riportato a 70 anni l'età della pensione delle toghe, sta cambiando il volto della magistratura. Perchè è un'intera generazione di giudici e pm, titolari di inchieste che hanno lasciato il segno, a dover passare la mano. Oggi c'è stata l'ultima infornata dei "forzati" della pensione: più di un'ottantina i collocamenti a riposo deliberati in blocco dal Csm. Tutti magistrati che hanno superato i 70 anni. Un provvedimento che fa seguito a tante uscite centellinate nel tempo,tra le più recenti quella di uno degli storici pretori di assalto, Gianfranco Amendola, procuratore di Civitavecchia, la cui ultima inchiesta è stata sul rogo all'aeroporto di Fiumicino. Tanti i nomi di spicco tra chi è obbligato a appendere la toga al chiodo a partire dal primo gennaio prossimo. Si va da Raffaele Gauriniello, titolare di tante inchieste sulla tutela della salute e dell'ambiente, tra cui il processo ThyssenKrupp e Eternit, al Pg di Torino Marcello Maddalena, che si è occupato di Telekom Serbia e del caso Moggi-Pairetto. Da Ferdinando Pomarici, pm del caso Abu Omar, a Antonio Marini, avvocato generale presso la Corte d'appello di Roma, titolare nella sua lunga carriera delle inchieste sull'attentato al Papa, sulla strage di via Fani e sull'omicidio di Massimo D'Antona.
E se alcuni nomi non sono noti al grande pubblico, sono comunque legati a inchieste importanti: è il caso di Corrado Carnevali, procuratore di Monza e che da pm a Milano ha sostenuto l'accusa nel processo contro il banchiere Roberto Calvi e altri dirigenti del Banco Ambrosiano e nel processo per l'omicidio del giornalista Walter Tobagi.
Tra le vittime della pensione anticipata, anche il capo dell'Organizzazione giudiziaria del ministro Orlando, Mario Barbuto, che è stato presidente del tribunale di Torino, dove ha adottato prassi per velocizzare l'iter dei procedimenti giudiziari e Melita Cavallo, presidente del tribunale per i minorenni di Roma e tra i maggiori esperti in materia di adozioni. E c'è pure il procuratore di Taranto, Franco Sebastio impegnato nel processo all'Ilva: proprio lui è uno dei magistrati che ha deciso di resistere, impugnando davanti al Tar il bollettino ufficiale del ministero della Giustizia che alcune settimane fa ha messo a concorso il suo posto. Non è il solo ad essere pronto a ingaggiare con il governo il braccio di ferro: un'analoga decisione è stata presa anche da Carminantonio Esposito, presidente del tribunale di sorveglianza di Napoli.
Mentre tra i "rassegnati" c'è Maddalena: "tutto quel che posso dire è che da gennaio farò il pensionato".
Tra i tanti costretti a passare la mano, anche due ex presidenti dell'Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Gennaro e Mario Cicala.
Edicola digitale
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.