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25 Novembre 2015 - 11:18
Processo
Bagarre nell'udienza preliminare di Aemilia, il maxi-processo di 'Ndrangheta in corso in fiera a Bologna. Protagonisti, l'ex calciatore Vincenzo Iaquinta e il padre Giuseppe, entrambi imputati, che avrebbero accusato con grida e toni molto accesi - secondo quanto ricostruito dalla seduta a porte chiuse - Roberta Tattini, consulente fiscale bolognese imputata per concorso esterno in associazione mafiosa.
Era in programma la relazione del perito nominato dal giudice Francesca Zavaglia sul telefono, prodotto dalla difesa di Tattini, che conterrebbe le fotografie che ritraggono la donna in compagnia dell'ex calciatore Vincenzo Iaquinta, il 19 giugno 2011. All'incontro avrebbe partecipato anche il padre e esponenti della Cosca. La perizia, chiesta dall'avvocato Carlo Taormina, difensore degli Iaquinta - che avevano sempre negato l'incontro - avrebbe confermato che le due foto sono state effettivamente scattate con il telefonino e che non sono artefatte. Rispetto a quanto detto in precedenza da Tattini, però, l'incontro è stato collocato in un locale nel comune reggiano di Gualtieri e non a Reggiolo. A tale conclusione, che sarebbe stata confermata anche dall'accertamento tecnico sul telefono, si è arrivati attraverso indagini disposte dal Pm Marco Mescolini. A quel punto Tattini avrebbe precisato i propri ricordi sul luogo, modificandoli, con spontanee dichiarazioni.
Ma dopo l'intervento della consulente, i due Iaquinta avrebbero entrambi preso la parola, accusandola con urla di aver vilipeso la loro onorabilità. Iaquinta è a processo per la violazione di leggi sulle armi; al padre, imprenditore, è contestata la partecipazione all'associazione di tipo mafioso.
"Tattini - ha spiegato l'avv. Taormina - si è rimangiata la parola, l'attendibilità di questa donna ormai è ridotta a zero.
Prima aveva detto che l'incontro era avvenuto a Gualtieri alle 15.30, poi emerge che sarebbe avvenuto a Reggiolo alle 19.15!". "Quello che per noi è importante sottolineare - ha detto l'avvocato di Tattini, Girolamo Mancino - è che la dottoressa non è stata smentita. La perizia ha confermato la genuinità del reperto prodotto".
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