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09 Novembre 2015 - 15:49
Sospensione medici
I riposi in sanità ''rappresentano una questione fondamentale. Vi fareste operare da un chirurgo stanco?''. Lo afferma il segretario nazionale Fp Cgil Medici, Massimo Cozza, in vista della scadenza del 25 novembre per l'entrata in vigore della normativa Ue sui riposi ed orari di lavoro dei medici.
''Le evidenze scientifiche - rileva Cozza - hanno dimostrato che la più alta probabilità di commetter errori si verifica nelle ultime ore dei turni di lavoro. Si tratta di aumentare l'appropriatezza del lavoro dei medici e degli infermieri a tutela della sicurezza delle cure e per una migliore qualità dell'assistenza. La scadenza del 25 novembre può anche rappresentare una occasione per miglioramenti organizzativi del lavoro in sanità ma, stante la politica di tagli e di blocco del turn over, c'è il fondato rischio che, in assenza di di un passaggio da una politica sanitaria di tagli ad una di investimenti, si possano creare anche disagi per i cittadini''.
''Pur sapendo da circa un anno della scadenza, il Governo e le Regioni - prosegue il leader sindacale - hanno omesso di verificare la sussistenza del personale medico ed infermieristico necessario a garantire il giusto orario''. Ora, ''invece di cercare deroghe e proroghe unilaterali, si affronti la questione investendo le necessarie risorse nella Legge di stabilità e aprendo le trattative per il rinnovo del contratto 2015-2018, che rappresenta - conclude - l'unica sede per affrontare i temi della riorganizzazione, dei riposi, dell'orario di lavoro''.
In vista della scadenza del 25 novembre, quando entrerà in vigore la normativa Ue sugli orari di lavoro per i medici, i sindacati nazionali del pubblico impiego sono stati convocati per domani dall'Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN).
Lo rende noto l'Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiai (Aaroi-Emac).
''Una convocazione che apprezziamo, e alla quale - afferma il presidente Aaroi-Emac afferma Alessandro Vergallo - ci presenteremo con intenti propositivi, auspicando che sia l'occasione per ripristinare il valore della contrattazione nazionale di lavoro, da anni calpestata da interventi legislativi di ogni genere''. Ma se invece dovesse avverarsi, avverte, ''il progetto governativo di emanare un decreto derogatorio, facendo leva su una richiesta unilaterale delle Regioni all'Aran, si assisterebbe ad un'ennesima dimostrazione di antidemocrazia, che probabilmente, peraltro, non basterebbe ad evitare le sanzioni dell'Europa pendenti sul nostro Paese''.
Con l'avvicinarsi del 25 Novembre, commenta Vergallo, ''si assiste in queste ore alla più completa anarchia delle idee sulla modalità con cui sia possibile aggirare la normativa europea sugli orari di lavoro e sui riposi dei medici italiani: ad una notizia sull'ipotesi che un ennesimo decreto calato dall'alto stabilisca unilateralmente le deroghe, si è sovrapposta quella di una mini-proroga di due mesi delle deroghe già dichiarate illegittime dalla UE. Idee in libertà, a conferma di un'incapacità politico-amministrativa di rassegnarsi alla necessità di una seria riorganizzazione del lavoro nel SSN''. Ad ogni modo, conclude, ''ci opporremo con forza qualora l'applicazione delle norme sugli orari di lavoro e sui riposi 'europei' dei medici venga aggirata attraverso un'esacerbazione del già insostenibile fenomeno del precariato mascherato sotto forma di contratti libero-professionali fittizi, che in realtà sono veri rapporti di lavoro dipendenti privi di tutela''.
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