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30 Ottobre 2015 - 16:20
''Nonostante l'Anci abbia seguito con il massimo impegno possibile l'evoluzione in atto di Poste SPA e, pur avendo riscontrato disponibilità all'ascolto nei diversi tavoli aperti, non possiamo essere soddisfatti del risultato finale''. E' quanto afferma Massimo Castelli, coordinatore nazionale Anci Piccoli Comuni in riferimento al piano di razionalizzazione che prevede chiusure e riduzioni di orario in numerosi uffici postali.
''I servizi postali nei piccoli e medi Comuni - sottolinea Castelli - sono già oggetto da anni di una forte compressione e in molti casi, specie nei piccoli Comuni, rappresentano l'ultimo presidio irrinunciabile della presenza dello Stato".
''L'Anci - aggiunge - ha più volte segnalato a Poste Italiane SPA il disagio e l'impossibilità di ridurre ulteriormente i servizi postali ottenendo uno 'stop' di tre mesi al piano di razionalizzazione previsto. Successivamente si sono aperti tavoli regionali che hanno coinvolto gli attori principali sul territorio, sindaci, Regioni, Anci regionali, Direzioni regionali di Poste che si sono confrontati per cercare possibili soluzioni, anche alternative o di messa a disposizione di strutture comunali come fatto da molti Sindaci pur di non rinunciare al servizio postale. In alcuni casi si è avuto un ripensamento da parte di Poste, ma in molte altre situazioni, nonostante l'insistenza di Anci e dei sindaci interessati, Poste non ha ritenuto possibile modificare quanto previsto''.
''Questo tema sta ora diventando ancora più complesso - fa notare Castelli - dal piano di razionalizzazione di Poste, sta infatti emergendo ora una ulteriore grave problematica che abbiamo già denunciato: la riduzione del servizio di recapito giornaliero su più del 50% del territorio nazionale e che per il 70% incide su aree montane o già marginali e che coinvolge oltre 5000 Comuni''.
"Non appare certo la giusta direzione di marcia per rafforzare i territori e per contrastare la drastica marginalità nella quale e' sempre più relegata un gran parte del nostro Paese che così non potrà che risultare sempre più impoverito.
Come Associazione - conclude l'esponente ANCI - e con i Comuni interessati, continueremo a contrastare questo tipo di 'razionalizzazioni' che non tengono conto di chi vive ed amministra i territori, proponendo nel contempo soluzioni alternative in linea, tra l'altro con le direttive comunitarie che impegnano gli Stati a garantire il servizio di recapito nei giorni lavorativi prevedendo deroghe solo in casi di reale ed oggettiva difficoltà di consegna''.
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