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29 Ottobre 2015 - 17:18
Abdelmajid Touil
"Le sue condizioni fisiche e soprattutto psichiche sono gravemente compromesse: lo sguardo è perso nel vuoto, è incapace di riconoscere le persone" e anche "la madre". Così i legali Silvia Fiorentino e Guido Savio descrivono le condizioni di Abdelmajid Touil dopo una visita al Cie di Torino.
Touil, il marocchino che era stato arrestato lo scorso 19 maggio a Gaggiano, alle porte di Milano, su richiesta di Tunisi con l'accusa di aver partecipato all'attentato al Museo del Bardo, ieri è tornato libero, dopo oltre cinque mesi di carcere, a seguito del no all'estradizione da parte della Corte d'Appello di Milano. E mentre la Procura di Milano ha chiesto, allo stesso tempo, l'archiviazione per lui dalle accuse di terrorismo internazionale e strage che gli venivano contestate, il giovane, essendo clandestino, è stato trasferito subito nel Centro identificazione ed espulsione di Torino per essere rimpatriato in Marocco. "Oggi ci siamo recati al Cie di Torino dove è trattenuto Touil Abdelmajid in attesa della sua espulsione in Marocco disposta dalla Prefettura di Milano - spiegano in una nota i suoi difensori - dopo che la Corte d'Appello ha stabilito che lo stesso non può essere estradato in Tunisia perché rischia di essere condannato a morte in relazione all'attentato del Bardo dello scorso marzo. Abbiamo constatato - aggiungono - che le sue condizioni fisiche e soprattutto psichiche sono gravemente compromesse: lo sguardo è perso nel vuoto, è incapace di riconoscere le persone, come l'avv. Fiorentino che l'ha assistito in tutta la procedura finalizzata all'estradizione, e nemmeno la madre la cui voce non ha riconosciuto telefonicamente". Touil, raccontano i legali, "continua a ripetere di essere innocente, mostrando di non comprendere la situazione in cui si trova, ha difficoltà enormi ad esprimersi in arabo, nonostante l'alternarsi di due interpreti, di cui una di nazionalità marocchina, in una parola ci è stato impossibile dialogare con lui. La stessa situazione - si legge ancora nella nota - è stata constatata da molte persone presenti, tra cui personale dell'ufficio immigrazione della Questura di Torino (che si è reso estremamente disponibile), Bruno Mellano, (garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale) e Monica Cerutti, assessore regionale all'immigrazione e pari opportunità".
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