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25 Settembre 2015 - 18:00
tribunale
Nuove disposizioni in materia di modalità di calcolo e liquidazione dei compensi degli amministratori giudiziari, ovvero di coloro che sono chiamati a gestire i beni sequestrati, sono stati varati oggi dal Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro della Giustizia Andrea Orlando.
Il decreto, approvato oggi in via definitiva, vuole, spiega il Governo, assicurare l'uniformità, l'economicità e la trasparenza delle prassi giudiziarie e, nel contempo, l'efficace gestione dei patrimoni illeciti destinati alla confisca e alla successiva destinazione sociale. Le percentuali adottate nello schema di decreto - spiega una nota - consentono un sensibile contenimento dei compensi attualmente liquidati dagli uffici giudiziari. Il decreto assume, come modello di riferimento, la disciplina regolamentare in materia spettante al curatore fallimentare e al commissario giudiziale nella procedura di concordato preventivo. I procedimenti di prevenzione disciplinati dal Codice antimafia presentano infatti, in merito alla gestione dei beni sottoposti a sequestro o a confisca, innegabili elementi di connessione con le procedure concorsuali.
Il Governo ha però operato un adattamento dei criteri propri della materia fallimentare, perché questi riguardano la liquidazione del compenso complessivamente dovuto alla conclusione della procedura concorsuale (la cui ragionevole durata è fissata, in 6 anni), quando invece l'attività dell'amministratore giudiziario, da remunerare sulla base del regolamento, cessa al momento della pronuncia del provvedimento di confisca di primo grado. La riduzione è stata compiuta tenendo conto espressamente della maggiore delicatezza dell'incarico di amministratore in contesti di criminalità organizzata.
Il provvedimento che fissa le modalità di calcolo e di liquidazione dei compensi degli amministratori giudiziari dei beni sottoposti a misure reali di prevenzione, "è un provvedimento da tempo atteso per assicurare l'uniformità, l'economicità e la trasparenza delle prassi giudiziarie e, nel contempo, l'efficace gestione dei patrimoni illeciti destinati alla confisca e alla successiva destinazione sociale". A sostenerlo è Alessandro Naccarato, Pd, componente della Commissione Antimafia.
"Lo schema di decreto - spiega - è ispirato alla gestione che si attiva nelle procedure concorsuali. È importante evidenziare che il compenso deve essere stabilito sulla base di scaglioni commisurati al valore dei beni o dei beni costituiti in azienda, come risultante dalla relazione di stima redatta dall'amministratore giudiziario". "Uno dei settori più delicati nel contrasto alla criminalità organizzata è proprio la gestione dei patrimoni sottratti alla malavita e il Governo, con questo decreto, offre un ulteriore strumento molto importante per rendere sempre più efficace la lotta alle mafie".
Si dice "molto preoccupato" tanto da non nascondere di essere pronto a lasciare il suo incarico se non fosse messo più nelle condizioni di svolgerlo, il presidente della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Roma, Guglielmo Muntoni, dopo l'approvazione del provvedimento sui compensi agli amministratori giudiziari da parte del Cdm di oggi. "Se il decreto conferma il testo iniziale - dice - è estremamente dannoso. Migliaia di posti di lavoro sono a rischio, senza poter disporre di amministratori in gamba".
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