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16 Settembre 2015 - 10:25
Via l'Imu agricola dal primo gennaio 2016 e via anche l'Irap in questo settore: il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è andato dagli agricoltori di Coldiretti ad Expo "per dare risposte", come ha detto lui stesso all'Open Air Theatre davanti a un pubblico di 30 mila persone con cappellini e bandiere gialle dell'associazione che applaudivano.
Un provvedimento, ha spiegato il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina che vale "un miliardo" ed è "un impegno senza precedenti per il sostegno al reddito degli agricoltori". "L'Imu agricola non si pagherà - ha annunciato il premier - Dal 2016 non si pagherà la Tasi sulla prima casa e il terzo impegno che prendo è che dal primo gennaio non si pagherà più nemmeno l'Irap agricola". Su questo, ovviamente, la sintonia con Coldiretti è assoluta ("è la prima volta dal dopoguerra che viene tagliata la fiscalità" ha sottolineato il presidente Roberto Moncalvo). Ma la sintonia non è solo su questo, ma anche sulla lotta a lavoro nero e caporalato. Nel suo messaggio per la giornata dell'agricoltura italiana il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, li ha definiti un "fenomeno inaccettabile di illegalità", una "piaga sociale che deve essere eradicata". La sua speranza è che le nuove iniziative legislative "diano risultati positivi". E Renzi ha aggiunto che "non possiamo stare a guardare". "L'impegno - ha promesso - lo prendiamo come governo italiano. Stiamo ragionando su una misura. Vorremmo evitare il decreto legge ma se ci sarà la necessità faremo anche quello".
Però Renzi non solo ha fatto promesse ma ha chiesto qualcosa: smettere di parlare male dell'Italia e mugugnare. "Se dobbiamo litigare in politica, litighiamo" ma bisogna "smettere di sputare addosso alla nostra Italia - ha aggiunto - Possiamo parlare male del governo, dei politici, ma bisogna parlare bene dell'Italia perché sennò non siamo credibili e non vinciamo mai una delle battaglie all'estero". Su questo c'è da imparare dalla Francia che esporta il doppio del vino italiano (per 11 miliardi contro i nostri 5,5) anche se "il nostro vino ritengo sia migliore, ma diciamo uguale perché in settimana devo vedere Hollande" ha scherzato. E il motivo è che i francesi "si sono organizzati prima e hanno la forza di parlar bene della Francia". Il suo è un appello a "tutti i corpi intermedi", senza citare sindacati o associazioni: "bisogna avere il coraggio di passare dal mugugno alla proposta", come ha fatto Coldiretti perché "a cosa serve sentire sempre gente che dice no?".
Davanti a una platea con il sindaco Giuliano Pisapia, il presidente della Lombardia Roberto Maroni, il prefetto Francesco Paolo Tronca, il ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti e il commissario Expo Giuseppe Sala, il premier ha spiegato che l'esposizione universale "è stata ed è un tentativo di dire che vogliamo bene all'Italia", e ha aggiunto che sabato scorso, record di presenze con quasi 250 mila visitatori, avrebbe voluto mettere in coda per entrare i gufi che erano pronti a scommettere nel flop. "Nel mondo - ha concluso - c'è fame d'Italia. Non credete agli uccelli di sventura o ai rosiconi".
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