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19 Agosto 2015 - 18:53
cinghiale
Un esercito di un milione di cinghiali sta invadendo campi coltivati, allevamenti, centri abitati e strade, e sta rappresentando un grave pericolo per le persone. Un 39enne è morto oggi per averne centrato uno sulla statale 80, in provincia dell'Aquila, mentre era alla guida di una Smart. E solo un paio di settimane fa, a Cefalù, un uomo di 77 anni era stato aggredito e ucciso da un cinghiale di almeno cento chili mentre la moglie era rimasta ferita.
E' la Coldiretti a lanciare l'allarme per "l'escalation dei danni, delle aggressioni e degli incidenti mortali" provocati da cinghiali, affermando che "è il risultato della incontrollata proliferazione degli animali selvatici in Italia, con il numero dei cinghiali che è raddoppiato in questi ultimi 10 anni e che quest'anno ha probabilmente superato il milione".
La sicurezza nelle aree rurali e periurbane quindi, aggiunge la Confederazione, "è in pericolo per il proliferare di questi animali selvatici, che distruggono i raccolti agricoli, sterminano gli animali allevati, causano incidenti stradali per un totale di danni stimato in quasi 100 milioni di euro nell'ultimo anno, senza contare i casi in cui ci sono state purtroppo anche vittime".
Cristian Carosi, l'uomo morto oggi sulla statale vicino Cansatessa, non è riuscito a evitare l'impatto con il cinghiale che stava attraversando la strada sotto una pioggia battente che ha reso scivoloso l'asfalto.
Secondo Coldiretti, "non è più quindi solo una questione di risarcimenti ma di sicurezza delle persone e della vita nelle campagne e adesso anche nelle aree periferiche delle città". Di fronte al "moltiplicarsi dei danni provocati da cinghiali ma anche nutrie, corvi ed altri animali selvatici, gli agricoltori della Coldiretti chiedono una riforma della disciplina che garantisca l'indispensabile presenza delle aziende agricole a tutela del territorio". Coldiretti ha elaborato un documento di base, su cui ha avviato un confronto con Legambiente, che rappresenta l'avvio di un comune percorso di lavoro per arrivare "ad una più efficace e ampia analisi degli interventi per organizzare forme di programmazione di lungo periodo".
Il numero di cinghiali in Europa è in crescita costante dagli anni Ottanta, e la causa potrebbe essere l'aumento delle temperature dovuto al cambiamento climatico, stando ad uno studio dell'università di Medicina veterinaria di Vienna, secondo cui il fenomeno sarà sempre più grave. Un aumento 'esponenziale' di cinghiali è stato riscontrato dopo i sempre più frequenti inverni miti che favoriscono la riproduzione e l'allevamento della prole. Un altro elemento, dicono gli studiosi, è la maggiore disponibilità di cibo, ghiande e faggina, prodotti in modo abbondante negli ultimi anni, forse in conseguenza dell'aumento delle temperature.
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