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ROMA. Ici scuole paritarie, Governo lavora a soluzione

ROMA. Ici scuole paritarie, Governo lavora a soluzione

Trovare una soluzione normativa al problema dell'Ici sulle scuole paritarie, che si è aperto dopo la sentenza della Cassazione su due scuole religiose livornesi: è a questo che il Governo lavorerà nei prossimi giorni. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti avvierà da domani i contatti con tutte le associazioni no profit interessate alla questione, in vista della convocazione di un tavolo che affronterà questa problematica.

Una soluzione normativa è anche quello che chiede il legale delle due scuole coinvolte: "la magistratura ha fatto il suo lavoro, ma non si può rimettere a essa la soluzione del problema, che è anzitutto di scelta politica".

"Si formuli una norma chiara e si espliciti cosa si intende per funzione pubblica svolta da enti privati, perché è questo il cuore del discorso" chiarisce l'avvocato Alessandro Giovannini, precisando che il processo sulla vicenda del pagamento dell'Ici al Comune di Livorno da parte delle due scuole "non è finito", visto che la Cassazione ha annullato la sentenza della Commissione tributaria della Toscana rinviando ad altra sezione della commissione. E la 'battaglia' processuale sarà soprattutto sulle caratteristiche "commerciali" delle scuole.

Al Governo si rivolge oggi, dalle pagine dei maggiori quotidiani, anche il segretario della Cei, mons. Nunzio Galantino. L'alto prelato chiede all'esecutivo di dire "con chiarezza se vuole favorire e promuovere la libertà di educazione, se ci tiene a dare alle famiglie la possibilità di scegliere la formazione per i propri figli". Un'esortazione giunge anche da Famiglia Cristiana, che parla di "un precedente davvero pericoloso" in quanto viene "stravolto il principio dell'esenzione degli istituti non a fini di lucro".

De Vincenti ieri ha ammesso che la sentenza della Suprema Corte "segnala una difficoltà interpretativa" di una norma introdotta dal Governo Monti: da qui la promessa di aprire "un tavolo di confronto con le organizzazioni no profit, comprese quelle religiose, per arrivare a un definitivo chiarimento normativo a questo riguardo".

Un chiarimento che viene invocato anche dai cattolici impegnati in politica. "C'è un'anomalia che va corretta con tempestività da parte del Parlamento e del Governo" dice il deputato di Fi Cosimo Latronico. "Sull'Imu per le paritarie dobbiamo trovare una soluzione perché non possiamo permettere che migliaia di soggetti falliscano" gli fa eco il deputato del Pd Portas. Mentre il capogruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli chiede regole identiche per scuole pubbliche e private. "Bene che si apra un tavolo di confronto a Palazzo Chigi per un chiarimento definitivo - commenta un'altra deputata dem, Simonetta Rubinato - ma chiedo al premier Renzi che non sia solo sul trattamento fiscale degli immobili, ma sulla effettiva libertà di istruzione in Italia, visto che il pluralismo educativo è drammaticamente arretrato: 50 anni fa le scuole paritarie erano il 27% dell'offerta educativa, oggi sono solo il 12%". Interviene anche il presidente del Veneto Luca Zaia, che forte del fatto che nella sua regione le scuole paritarie accolgono circa 90 mila bambini afferma che far pagare l'Ici alle scuole cattoliche "è un'autentica vergogna".

Voce fuori dal coro è quella del segretario del Psi Riccardo Nencini, che ricorda come "nel tempo, le paritarie hanno goduto di finanziamenti di varia natura" e che "non sempre, invece, al sostegno alle paritarie ha corrisposto un investimento cospicuo per l'istruzione 'obbligatoria e gratuita' come recita la Costituzione". Anche l'Associazione Nazionale degli Istituti Non Statali di Educazione e di Istruzione sottolineano che le pronunce della Cassazione sono "ineccepibili" e "riportano equità e ordine, ponendo fine ad un ingiustificato discrimine tra le scuole paritarie in base alla tipologia dell'ente gestore".

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