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MILANO. Italia-Cina, cibo e cultura nuove occasioni diplomatiche

MILANO. Italia-Cina, cibo e cultura nuove occasioni diplomatiche

Italia-Cina

Un nuovo filo rosso, uno nuovo ponte di diplomazia, lega l'Italia e la Cina: quello della cultura e del cibo. La nuova diplomazia culturale italo-cinese è stata definita a Expo grazie da una serie di accordi bilaterali firmati nell'ambito del convegno 'Italia-Cina. Diplomazia culturale e industrie creative', organizzato su iniziativa della associazione 'Priorità Cultura' di Fracesco Rutelli. Oltre 80 i rappresentanti della diplomazia, delle imprese, della cultura e della creatività del mondo cinese arrivati a Milano, in collaborazione con la 'China Public Diplomacy Association'. E' il "soft power" cinese nel mondo.

"La Cina è una grande potenza che si era isolata in passato - ha spiegato Francesco Rutelli -. Oggi guarda all'Italia come a una super potenza culturale". Una superpotenza che guarda all'Italia. Ad affascinare il popolo cinese non è solo il passato e la storia dell'Italia, i siti Unesco, il turismo, ma sono soprattutto design, moda e - naturalmente - cibo. "In Cina abbiamo un potenziale di decine di milioni di utenti della cucina, del cibo e dei prodotti italiani - ha sottolineato l'ex ministro della Cultura - ma il popolo cinese e i professionisti del campo devono imparare a conoscerli". Per trasmettere alle nuove generazioni di chef cinesi il valore e la tradizione del vero made in Italy scende in campo Gambero Rosso con i suoi cuochi. Saranno loro a istruire i giovani colleghi cinesi nell'ambito dell'accordo siglato con la 'Fengtai Vocational High School', la più importante scuola di formazione degli chef che ha sede a Pechino. "I giovani cinesi amano la cucina italiana ma gli adulti ancora non la conoscono - ha spiegato Rutelli - e serve un lavoro di formazione per far arrivare il valore dei nostri prodotti e della nostra cultura al popolo cinese. Grazie alla formazione di Gambero rosso i cuochi cinesi impareranno a richiedere e utilizzare prodotti italiani".

Gli altri accordi bilaterali siglati a Expo toccano gli ambiti dello sport, delle infrastrutture culturali, della tv e del cinema e hanno come obiettivo quello di promuovere lo scambio culturale tra i due Paesi. Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, ha sottolineato nel suo intervento come la collaborazione culturale tra Italia e Cina "sia sempre più stretta, anche nel capoluogo lombardo spesso scelto come set di produzioni cinematografiche cinesi". L'Italia è diventato "uno dei primi Paesi di investimento per la Cina", ha sottolineato l'ambasciatore cinese in Italia, Li Ruiyu, che ha aggiunto come sul versante dello scambio culturale "sono 50 mila gli studenti cinesi che decidono di studiare in Italia, mentre 2 milioni i turisti che arrivano in vacanza". C'è chi sulla Cina ha già scommesso da molti anni, come il Gruppo Ferrero, presente dagli anni '80. Nel 2007 ha aperto una prima sede a Shanghai e "a settembre inaugurerà nel distretto di Hangzhou un secondo stabilimento - ha annunciato durante l'incontro il presidente del gruppo, Francesco Paolo Fulci - con 200 milioni di investimento e 400 operai".

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