A parlarsi a distanza può capitare che gli argomenti si sovrappongano, che ci sia chi fraintende e poi magari si litiga. Anche se alla fine si fa pace. Come è successo fra il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni e il commissario di Expo Giuseppe Sala. L'argomento è stato il dopo Expo. Che poi ce ne sono due: il dopo 'subito dopo' e il dopo 'molto dopo'. Per adesso il lungo periodo non crea frizioni, l'idea di trasformare l'area in un campus universitario è condivisa. Oggetto della discussione è stato, invece, il breve periodo, con una polemica/non-polemica che è arrivata a prescindere, visto che ancora nessuno ha spiegato cosa succederà. A introdurre l'argomento è stato Maroni, qualche giorno fa, quando ha anticipato di avere un suo progetto, chiamato 'fast post', e ha annunciato che lo illustrerà entro la fine del mese: "Dal primo novembre - si è limitato a spiegare - per evitare che ci sia il deserto, stiamo studiando una serie di iniziative che rendano viva e utilizzabile l'area Expo, in attesa della destinazione finale e mentre si smontano i padiglioni". Nel commentare questo abbozzo di progetto, Sala ha ricordato un aspetto della questione. E il suo intervento è apparso come un freno al governatore. "Credo che l'idea di Maroni non si riferisca a tutto il sito - ha detto - perché credo sia impossibile, dato che i Paesi hanno obblighi di smantellamento e sostengono i costi relativi. Lo devono fare entro giugno. Se fossimo noi a non permettere di smantellare, dopo dovremmo sostenere i costi". Poco dopo è arrivata la replica del presidente della Lombardia: "Sarebbe il caso che Sala non si esprimesse su cose che non conosce. Non è informato, quindi capisco le sue perplessità. Ma proprio perché non è informato, sarebbe il caso che non si esprimesse". La replica di Sala è stata una precisazione che ha di fatto posto fine a ogni vis polemica: "Ho espresso solo un giudizio tecnico che deriva dalla mia conoscenza delle regole di ingaggio dei Paesi Partecipanti - ha detto-. Comunque ha ragione il presidente Maroni: il post Expo non è di mia competenza e da qui in poi mi guarderò bene dall'esprimere giudizio in merito". A fine serata Maroni ha virtualmente stretto la mano tesa da Sala: "Con Sala non esiste alcuna querelle, nessuna polemica. Credo sia una cosa utile evitare che l'area venga abbandonata: la mia preoccupazione non è sul dopo, lì abbiamo le idee chiare, ma riusciamo a fare qualcosa subito, dal primo novembre, per evitare il degrado dell'area?". Mentre il Movimento Cinque Stelle chiede a Maroni di spiegare in Consiglio regionale quale siano le sue intenzioni sul futuro dell'area, Arexpo annuncia che ArcotecnicaGroup e F&M Ingegneria sono 'in pectore' gli advisor per la valorizzazione dei terreni post evento. Intanto, per il dopo 'molto dopo', Lisa Ferrarini, vicepresidente di Confindustria, lancia una sua proposta: l'area Expo "potrebbe diventare una bella Italia in miniatura dedicata all'agroalimentare, dove mostrare le filiere di eccellenza del cibo italiano".
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