Sfruttare il traino di Expo 2015 e imitarne il successo con Roma 2024. E' il sogno di Giovanni Malagò che proprio all'interno del Padiglione Italia dell'Esposizione ha incassato all'unanimità la ratifica della candidatura olimpica da parte del Consiglio nazionale del Coni, davanti a un soddisfatto Ignazio Marino. "Sono certo - ha sorriso il sindaco della Capitale - che possiamo davvero vincere, con una squadra forte e coesa, tenendo conto di qualche errore in occasione di grandi eventi del passato". Sin dalla fase di "impostazione" il dossier sarà sottoposto a un "ufficio di garanzia", ha annunciato Malagò e a breve "verrà messa giù una serie di nomi che dovranno avere un occhio particolare" su quella che dovrà essere "un'Olimpiade della sostenibilità, un'Olimpiade non solo della Capitale, ma anche dell'Italia'', per dirla con il presidente del Comitato promotore, Luca Cordero di Montezemolo. E' possibile che altre sedi siano coinvolte, ma ovviamente il centro dei Giochi sarebbe Roma, una città che "sta cambiando, vuole ricucire le ferite del passato piuttosto che dedicarsi a opere faraoniche e lasciare debiti", ha assicurato il suo sindaco, che sogna di vedere i medagliati premiati al Colosseo ma non si sente affatto un gladiatore: "Loro non avevano scelta, io preferisco definirmi un professionista che vuole lavorare, studiare e vincere non per se stesso ma per la propria città". E' evidente la necessità di evitare che la corsa di Roma sia messa a rischio da sprechi e nuovi scandali, perché su quelli vecchi già stanno facendo leva alcuni concorrenti. "Bisogna pulire", ha chiarito Montezemolo. "Secondo me siamo tutti in gruppo, se è confermata la candidatura di Budapest, siamo in 5, col 20% di chance a testa - secondo i calcoli di Malagò -. Ho avuto una lunga telefonata con il presidente del Cio Thomas Bach, che ha apprezzato l'88% di voti a favore dell'assemblea capitolina sulla candidatura. Non era affatto scontato, non so se le altre città che si candideranno otterranno questo risultato". All'unanimità ha votato invece la Giunta nazionale aperta dal presidente della Lombardia Roberto Maroni ("E' incredibile, per la prima volta ha votato anche Carraro", ha scherzato Malagò sottolineando l'entusiasmo del membro Cio), e con 64 voti su 64 anche il Consiglio ha dato compatto la ratifica decisiva sulla candidatura. Ora Malagò conta sull'effetto Expo. "E' un buon biglietto da visita, se fosse stato un insuccesso sarebbe stato preoccupante, più di quanto si legge sui giornali su alcuni nostri competitor", ha notato il presidente del Coni, e per l'attività di lobbing tornerà utile una figura nel Governo con delega allo sport ("Ci auguriamo nel giro di poco tempo di avere un interlocutore formale", ha detto Malagò) ma anche la location del quartier generale scelto per le Olimpiadi di Rio, a Costa Brava, "un luogo strategico". A Rio il Coni candiderà l'olimpionica del Windsurf Alessandra Sensini alle elezioni del Cio in quota atleti, e nel frattempo lavora per prolungare la partnership fino a Tokyo 2020. Un capitolo a parte Malagò lo ha dedicato agli scandali del calcio, ribadendo anche durante il Consiglio, a cui ha partecipato il presidente delle Figc Carlo Tavecchio che "se i campionati partono regolarmente e le iscrizioni sono regolari non c'è nulla da fare: ma se non partono si può e si deve commissariare". "Noi siamo le vittime", aveva sottolineato davanti alla Giunta Malagò, mentre Montezemolo è stato ancora più netto: "Molta gente deve andare a casa".
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