Squinzi riapre le porte al ritorno di Marchionne in Confindustria. Ma l'incontro tra il presidente di Confindustria e l'amministratore delegato di Fca sfuma: un attacco di sciatalgia, nonostante l'immancabile maglioncino blu, fa saltare l'incontro a Brescia, sotto la regia del presidente degli industriali bresciani, quel Marco Bonometti che, tramite la Omr (Officine Meccaniche Rezzatesi) di cui è titolare, fornisce componentistica a diversi modelli dell'ex-Lingotto, tra i quali la nuova Giulia dell'Alfa Romeo. "Lo stimo moltissimo le porte sono aperte se vuole rientrare", ha affermato il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi all'arrivo a Brescia. Ma Marchionne, che si sarebbe dovuto presentare in mattinata proprio per alzare il velo del modello della rinascita della Casa del Biscione, non arriva perchè i medici glielo hanno impedito a causa di un improvviso attacco di sciatalgia, che neanche un'abbondante dose di antidolorifici è riuscita a placare. Marchionne in effetti le aveva chiuso le porte a Confindustria dopo il cambio della guardia tra Luca Cordero di Montezemolo ed Emma Marcegaglia alla guida di Confindustria. Il Manager con il maglioncino però ha sempre mantenuto un rapporto di collaborazione con l'Unione industriali di Torino, partecipando anche all'assemblea annuale lo scorso anno, ma niente di più. Per Squinzi, dunque, quello di oggi sarebbe potuto essere il primo passo per un ritorno di Fca, anche se "non ci siamo mai posti il problema", ha ammesso, precisando che "Marchionne è un grande imprenditore che ha saputo rilanciare la nostra impresa automobilistica". Il tutto sotto la regia di Bonometti, che, si vocifera in ambienti bresciani, potrebbe studiare anche da futuro presidente di Via dell'Astronomia, anche se le date non coincidono: Squinzi scade il prossimo aprile con l'assemblea privata, mentre il Presidente bresciano è a metà del mandato quadriennale. Squinzi ha parlato di "terza rivoluzione industriale", dopo "anni di oblio" in cui "si sentiva parlare solo di servizi e finanza". "Dalla crisi si uscirà solo grazie a noi - ha detto - solo grazie alle imprese". Per il leader degli industriali occorre poi "completare il quadro delle nostre relazioni industriali" e la ricetta è chiara: "preservare la centralità del Ccnl per avere un sistema di relazioni ordinato, ma al contempo il contratto nazionale deve favorire le condizioni perché la contrattazione di secondo livello sia virtuosa". La leader della Cisl Annamaria Furlan e quello della Uil Carmelo Barbagallo hanno apprezzato. Furlan ha detto di "condividere i concetti" perché "tocca alle imprese ed ai sindacati ridisegnare le regole contrattuali e le relazioni industriali per avviare una stagione di crescita e di sviluppo nel nostro paese". Barbagallo, invece, ha sottolineato come "sono mesi che la Uil ha approntato una proposta dettagliata e articolata, che può rappresentare una base per avviare la discussione". "Ad ogni buon conto - ha aggiunto - siamo pronti a modificare sulla base di un confronto tra le parti".
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