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22 Maggio 2015 - 15:26
Piero Fassino
"Troppo spesso i sindaci sono lasciati soli: chi lotta per contrastare l'illegalità ha il diritto di essere protetto e tutelato dallo Stato". E' il messaggio lanciato dal sindaco di Torino e presidente dell'Anci Piero Fassino durante l'iniziativa '100 Comuni contro le mafie' a Milano. Una campagna organizzata per contrastare "la strategia di espansione" della criminalità organizzata nel Centro e nel Nord Italia "con dinamiche simili a quelle già realizzate nei Comuni del Mezzogiorno". Secondo il rapporto Anci ('I Comuni e la legalità', presentato durante l'iniziativa), sono 194 i Comuni italiani sciolti per infiltrazioni mafiose dal 1991 al 2014. La maggior parte si concentrano in Sicilia, Calabria e Campania anche se, si legge nel rapporto, "recenti scioglimenti pongono alcune province settentrionali, come Torino e Imperia, sui livelli di alcune province siciliane e calabresi, come Messina e Cosenza". Nel 70% dei casi i sindaci rimossi non hanno più ricoperto alcun incarico nella pubblica amministrazione. Il 10%, però, successivamente è stato rieletto. Per quanto riguarda i 5.240 beni giunti alla confisca definitiva, l'82,5% del totale è stato destinato ai Comuni. E la provincia di Milano si attesta su livelli simili a quelli di alcune zone del Sud Italia: più del 47% dei Comuni ospita infatti beni confiscati alla criminalità. A livello nazionale, inoltre, in 1064 Comuni emerge "almeno un indicatore della presenza della criminalità organizzata". Secondo i dati della commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno, infine, tra il 2013 e i primi quattro mesi del 2014 sono stati 1265 gli atti intimidatori nei confronti di amministratori locali e politici, con una media di quasi tre al giorno. "Ogni territorio italiano è potenzialmente a rischio - ha sottolineato Fassino - e spesso gli amministratori locali si sono trovati in condizioni di solitudine e difficoltà. E' necessario un adeguamento normativo per azioni di contrasto efficaci - ha proseguito -, il coinvolgimento della società civile e maggiori tutele per gli amministratori locali. E' un tema che abbiamo affrontato anche con il ministro Alfano". Hanno partecipato all'iniziativa sindaci di diverse città d'Italia - tra cui Giuliano Pisapia, Luigi De Magistris e il sindaco di Monza e presidente dell'Anci Lombardia Roberto Scanagatti -, il presidente della commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi e personalità come il fondatore di Libera don Luigi Ciotti.
"Spesso ci si concentra sulla specificità del Centro-Nord dimenticando che la casa madre della 'ndrangheta resta al Sud - ha spiegato Rosy Bindi - e che i problemi della Calabria sono problemi nazionali. Non possiamo pensare di vivere nell'isola felice dell'Expo - ha concluso -, perché l'Italia non riparte se non si risolvono i problemi del Mezzogiorno".
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