Scendono in piazza i lavoratori di Auchan per difendere il proprio posto di lavoro dopo che il gruppo francese della Gdo ha avviato le procedure di licenziamento collettivo per circa 1.500 dipendenti. Le proteste sono scattate in mezza Italia con dieci regioni colpite dalla decisione di Auchan di tagliare il personale. Solo nel mezzogiorno sono stati dichiarati circa 700 esuberi, di cui 270 in Sicilia, oltre 200 in Campania, 150 in Puglia e circa 100 tra Abruzzo e Sardegna. Più di 100 tagli sono previsti nei punti vendita del Lazio e della Marche mentre nel Nord Italia i lavoratori coinvolti sono oltre 500 tra Piemonte, Lombardia e Veneto. "Non rassegnatevi!" incita il segretario generale della Cgil Susanna Camusso che, a sorpresa, ha telefonato per dare il suo sostegno ai lavoratori e alle lavoratrici di Auchan di Modugno (Bari) dove in 58 rischiano il posto. Con una telefonata al segretario Cgil Bari, Pino Gesmundo, subito amplificata per far ascoltare ai lavoratori che stavano protestando, Camusso ha detto: "Auchan dopo aver occupato il territorio, inventato centri commerciali, di fronte alla crisi decide di tagliare 1.426 posti", aggiungendo: "Siamo oggi in tutte le piazze del nostro Paese, in particolare in quelle del mezzogiorno perché bisogna contrastare questa multinazionale e non bisogna rinunciare ad una lotta giusta per la difesa dei posti di lavoro, bisogna che questa vertenza sia una grande vertenza nazionale. Lo diciamo al Governo e lo diciamo anche a tutte le amministrazioni locali". A Roma invece è il segretario generale della Uil, Carmelo Barbagallo, a dare il proprio sostegno ai lavoratori di Auchan Lazio che manifestano a Piazza Farnese. "Ogni volta che c'e' una crisi, a pagare sono sempre i lavoratori", denuncia il leader della Uil. "Il governo deve agire rapidamente e permettere al sindacato di fare una trattativa di solidarietà e non di mobilità", sottolinea, sollecitando quindi il governo Renzi ad impegnarsi "per evitare che le multinazionali se ne vadano, lasciando le macerie" in Italia. Il gruppo transalpino replica con l'amministratore delegato, Patrick Espasa, che in una nota scrive: "Il nostro piano di intervento deve essere strutturale e profondo per ritrovare la nostra leadership e l'utile netto positivo entro il 2017. Credo al rilancio dell'Italia, terzo paese in Europa e 11esimo più ricco al mondo, ed anche al potenziale del sud dove è presente la metà dei nostri ipermercati, ed intendo salvare 10 mila posti di lavoro". Lunedì intanto il sindacato incontrerà l'azienda al Ministero del Lavoro "per proporre, come alternativa ai licenziamenti, la riduzione d'orario a 32 ore per tutti i dipendenti a parità di di salario".
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