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ROMA. La Consulta boccia i ricorsi di 4 Regioni alla Legge Delrio

ROMA. La Consulta boccia i ricorsi di 4 Regioni alla Legge Delrio

Il ministro Delrio

E' stata una legge a volte criticata, ma oggi il "padre", il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, che la propose quando era ministro per gli Affari Regionali, può segnare un importante punto a proprio vantaggio. Contro il provvedimento - che dà sostanzialmente l'addio alle Province, almeno a come le abbiamo viste fino a poco tempo fa e istituisce le città metropolitane e le Unioni tra Comuni - quattro Regioni (Lombardia, Veneto, Puglia e Campania) avevano fatto ricorso, che oggi la Consulta ha interamente bocciato. I ricorsi vertevano su una serie di questioni. Tra queste, la disciplina delle città metropolitane (Napoli, Milano, Torino, Bari, Bologna, Firenze, Genova, Venezia e Reggio Calabria; a queste va aggiunta Roma, già inquadrata con l'istituzione di Roma Capitale), la ridefinizione dei confini territoriali e del quadro delle competenze delle Province, "in attesa della riforma del titolo V, parte seconda, della Costituzione", il procedimento di riallocazione delle funzioni "non fondamentali" delle Province, la disciplina delle unioni e fusioni dei Comuni. I giudici costituzionali evidenziano come non sia fondata, e questa è l'osservazione più importante, "la preliminare questione di competenza sollevata dai ricorrenti" sul presupposto che la istituzione delle città metropolitane sia di competenza regionale esclusiva. "Se esatta fosse una tale tesi - scrivono - si dovrebbe pervenire, per assurdo, alla conclusione che la singola Regione sarebbe legittimata a fare ciò che lo Stato "non potrebbe fare" in un campo che non può verosimilmente considerarsi di competenza esclusiva regionale, quale, appunto, quello che attiene alla costituzione della Città metropolitana, che è ente di rilevanza nazionale ed anche sovranazionale ai fini dell'accesso a specifici fondi comunitari". D'altro canto, osserva la Corte Costituzionale, le Città metropolitane, istituite dalla legge n. 56 del 2014, sono destinate a subentrare integralmente alle omonime Province esistenti, la cui istituzione è di competenza statale. Anche sul nuovo modello ordinamentale delle Province, il riordino delle loro funzioni e le disposizioni che riguardano le unioni di comuni, i giudici bocciano le osservazioni dei ricorrenti. "Con la legge in esame - fa anzi notare la Corte Costituzionale - il legislatore ha inteso realizzare una significativa riforma di sistema della geografia istituzionale della Repubblica, in vista di una semplificazione dell'ordinamento degli enti territoriali, senza arrivare alla soppressione di quelli previsti in Costituzione. L'intervento &minus che peraltro ha solo determinato l'avvio della nuova articolazione di enti locali, al quale potranno seguire più incisivi interventi di rango costituzionale &minus è stato necessariamente complesso". "La soddisfazione è grande perché questa sentenza cancella tutte le polemiche dimostrando che erano solo pretesti di tipo politico", afferma il sottosegretario agli Affari regionali Gianclaudio Bressa. "La decisione della Corte è la prova che la Legge Delrio è una vera riforma degli Enti Locali, che va attuata presto e bene".
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