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ROMA. Il suo desiderio più grande: “Avere un figlio”.

ROMA. Il suo desiderio più grande: “Avere un figlio”.

Neonato

La sua professione è quella di fattorino presso una multinazionale, ma Davide - 31 anni ed una grave malattia genetica che lo affligge, l'esastosi - ama a tal punto i bambini che appena può si dedica alla sua 'seconda vera attività' organizzando in ospedali e istituti feste per i piccoli in cui si trasforma in mago. Il suo desiderio più grande è avere un figlio con la sua compagna Rossella, ma la legge 40 sulla fecondazione assistita li esclude dall'accesso a tali tecniche. Quella che stanno combattendo, afferma, ''è una battaglia contro uno Stato che ci schiaccia''.
Davide e Rossella hanno presentato ricorso dopo che a Milano era stata loro negata la possibilità di effettuare la diagnosi preimpianto sull'embrione. Il Tribunale di Milano ha accolto il ricorso e rinviato la Legge 40 alla Corte costituzionale, che ora dovrà pronunciarsi sulla legittimità del divieto di accesso alla procreazione medicalmente assistita e alla diagnosi preimpianto per le coppie fertili ma portatrici di gravi malattie genetiche, come appunto nel caso dei due giovani milanesi. Quella di Davide e Rossella è una vera odissea: ''La mia malattia - racconta l'uomo - determina la produzione di ossa in più nel corpo. Causa molta sofferenza ed ho subito vari interventi chirurgici. Vogliamo un figlio, ma ho il 50% di possibilità di trasmettere la mia patologia anche alla prole''.
Da qui la richiesta della diagnosi preimpianto, ed il rifiuto a Milano. Quindi la decisione di andare in Grecia, a Creta: ''Abbiamo già fatto tre tentativi di pma e tre diagnosi preimpianto, ma purtroppo gli embrioni impiantati, sani, non hanno attecchitto. Contro il rifiuto in Italia abbiamo presentato ricorso, ma in attesa che la giustizia si muova non potevamo aspettare perchè il nostro tempo 'biologico' stringe.
Continueremo a tentare - afferma Davide - finchè avremo forza''.
Certamente i sacrifici, anche economici, sono notevoli: ''In Grecia, però - spiega - tra soggiorni e interventi, abbiamo speso circa 15mila euro, una cifra tutto sommato per noi sostenibile rispetto alle cifre astronomiche richieste nelle cliniche in Italia''. Ma nel nostro Paese le difficoltà sembrano non finire mai: ''Dobbiamo affrontare anche la spesa dei farmaci, mille euro a scatola per la stimolazione ovarica, che non ci vengono passati poichè abbiamo un piano di trattamento all'estero''. Insomma, ''in Italia siamo solo ostacolati: dobbiamo affrontare la battaglia non solo contro la malattia ma pure contro la politica, la burocrazia e l'ottusaggine''. Ma Davide è più che determinato: ''Spero che il nostro ricorso faccia da apripista e si arrivi, con la pronuncia della Consulta, ad assicurare a tutti il diritto ad avere figli sani''. Anche Rossella, giovane architetto di 33 anni, è decisa: ''Se c'è la possibilità di procreare un bambino sano nonostante la malattia di Davide, perchè il nostro Paese ce lo impedisce? Speriamo che le cose cambino, non solo per noi ma per tutti gli italiani. Perchè è davvero allucinante - dice - che basti varcare i confini nazionali per vedersi riconosciuti diritti che da noi sono inesistenti''.
Una coppia giovane e che non intende rinunciare al sogno più grande, quello di avere un figlio sano: ''Intanto, il prossimo anno ci sposiamo. Almeno uno dei nostri sogni - afferma Davide - speriamo diventi presto realtà. Ma non ci daremo per vinti''. Per questo, ancora una volta, le valigie per ritornare in Grecia - ''dove abbiamo trovato professionalità e umanità'', sottolinea Rossella - sono già pronte.
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