ROMA. Archiviate le indagini su Bankitalia e sui derivati
12 Marzo 2015 - 10:15
Bankitalia
Si chiude con un'archiviazione l'indagine avviata dalla Procura di Trani - che da tempo e con diverse inchieste, indaga su questo fronte - sul collocamento di derivati da parte del gruppo Banca Intesa e i controlli da parte di Bankitalia. Controlli che ci sono stati, in base a una "vigilanza corretta" e con la trasmissione degli atti alla Consob, la quale però "è apparsa piuttosto carente nelle azioni di verifica". Se Palazzo Koch, quindi, ha fatto quanto di sua competenza e non sono emerse a suo carico "condotte di rilievo penale", l'attività della Consob "evidenzia un'ipotesi di inerzia e inadeguatezza degli strumenti di controllo incapaci di fronteggiare fenomeni di alto rischio per la clientela". anche se questa "scarsa operatività" - rilevano i magistrati - non costituisce "fattispecie dolosa". L'archiviazione disposta dal gip Luca Buonvino, che ha accolto in toto le istanze avanzate dall'accusa, rappresentata dal pm Antonio Savasta, riguarda l'ex vicedirettore generale di Bankitalia Anna Maria Tarantola, ora presidente della Rai, e 7 ispettori. Il decreto che la dispone porta la data del 21 agosto 2014, ma la notizia si è appresa solo ora. L'inchiesta mirava ad accertare se ci fossero state inadempienze da parte di Bankitalia nel vigilare sul collocamento di swap, prodotti finanziari ad alto rischio, alla clientela retail, cioè quella ordinaria. Ma dalle indagini non sono risultate condotte di rilievo penale "tali da integrare eventuali illeciti finalizzati a favorire le azioni delittuose operate dalle filiali esaminate in termini di collocamento fraudolento in danno alla clientela", si legge negli atti. Tra 2008 e 2009 le ispezioni ci sono state e hanno rilevato "un fenomeno che presentava profili di criticità". Proprio quelle verifiche hanno "rilevato disorganizzazione nell'ambito della strutturazione dell'auditing interno e nella ingegnerizzazione dei derivati collocati" alla clientela ordinaria "e altresì nella rinegoziazione dei derivati in perdita". Queste criticità sono state evidenziate "nel corso delle azioni di moral suasion e formalizzate in addebiti specifici" e le relative censure sono state inviate alla Consob, dove invece, secondo la tesi della procura accolta da giudice, non si è fatto tutto quanto si poteva fare. Perché "tale organismo di controllo non si è prodigato ad attivare un'azione di monitoraggio al fine di verificare l'adeguamento della Banca ispezionata ed è apparso piuttosto carente nelle azioni di verifica che avrebbe potuto attivare autonomamente". Una ricostruzione di fronte alla quale la Consob si difende ricordando di essere intervenuta nella vicenda derivati intimando sia a Intesa Sanpaolo che a Biis, società del gruppo, di convocare i propri cda, inserendo all'ordine del giorno il tema della vendita dei derivati, e di apportare i correttivi necessari. A questo sono seguite azioni di vigilanza successive - aggiunge la Consob, sottolineando di non essere mai stata indagata per questa vicenda - per appurare che i correttivi fossero stati effettivamente apportati.
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