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23 Dicembre 2014 - 15:44
Il giudice di Torino Giuseppe Salerno è stato condannato a Milano a 8 mesi di reclusione per abuso d'ufficio, per aver favorito la nomina del suocero a consulente del commissario della Gec spa, una società privata alla quale la Regione Piemonte aveva affidato la riscossione delle tasse automobilistiche, coinvolta in un'inchiesta.
Sono stati condannati rispettivamente a un anno e 4 mesi e a 8 mesi di carcere anche il suocero, Carlo Di Giacomo, e il commissario giudiziale, Claudio Giordana.
I tre imputati sono stati processati con rito abbreviato, che consente lo sconto di un terzo della pena in caso di condanna. Erano accusati di corruzione, ma il gup di Milano Sofia Fioretta oggi ha riqualificato il reato in abuso d'ufficio, applicando pene inferiori rispetto a quelle chieste dal pm milanese Roberto Pellicano. L'accusa aveva chiesto infatti una condanna a 2 anni e 6 mesi di reclusione per Di Giacomo e per il giudice Salerno, all'epoca gip a Torino e trasferito al Tribunale del riesame in seguito all'inchiesta che lo ha coinvolto, e a un anno e 10 mesi per il commercialista Claudio Giordana. Il gup Fioretta, inoltre, ha stabilito una provvisionale da 30mila euro come risarcimento dei danni non patrimoniali a favore della Gec, parte civile nel procedimento. Le difese avevano chiesto l'assoluzione per tutti gli imputati. "Siamo soddisfatti perché è stato riqualificato il reato - ha spiegato il legale del giudice torinese, l'avvocato Antonio Rossomando - ma presenteremo ricorso in appello contro la condanna, in quanto non esiste alcuna prova concreta delle accuse contestate".
L'indagine a carico del giudice piemontese, coordinata dalla Procura di Milano, competente per i reati commessi dai magistrati di Torino, era nata da un'inchiesta che nel novembre 2012 aveva portato all'arresto di 15 persone tra manager e funzionari pubblici delle Regioni Piemonte, Veneto e Campania, accusati di aver incassato tangenti per favorire l'affidamento della riscossione delle tasse automobilistiche alla Gec. Il gip Salerno, che aveva firmato le ordinanze di custodia cautelare, aveva disposto anche il commissariamento della Gec affidandola a Claudio Giordana, un giovane commercialista. Giordana aveva scelto quindi come collaboratore l'ingegnere Carlo Di Giacomo, parente del giudice Salerno, affidandogli l'incarico, secondo l'accusa, in seguito a un "accordo preventivo".
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