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09 Dicembre 2014 - 17:50
Laura Boldrini
''Mettere al centro quella parte d'Italia che non si vede ma che c'è''. E' questa la ragione che ha spinto la presidente della Camera, Laura Boldrini, a radunare volontari ed operatori sanitari italiani impegnati in Africa contro l'epidemia da virus Ebola: per un giorno sotto i riflettori, alla Camera dei deputati, perche' ''è doveroso che le istituzioni esprimano gratitudine a questa Italia''. Ma non solo: le istituzioni devono aiutare nel concreto, e per questo Boldrini annuncia che l'aspettativa per i medici che chiedono di partire per l'Africa sarà garantita e più veloce.
''Quando parliamo di Italia fuori dai confini nazionali - afferma Boldrini aprendo l'incontro, dal titolo emblematico 'Ebola: gli italiani che sfidano la paura' - parliamo di impegno militare, scambi commerciali ma non parliamo di quel Made in Italy che è fatto di valori e di coraggio, e che oggi vogliamo ringraziare''. Quindi un ''abbraccio ideale'' al medico di Emergency infettato e ricoverato allo Spallazani, le cui condizioni sarebbero in leggero miglioramento, pur permanendo la prognosi riservata e la respirazione meccanica. Ma la presidente della Camera entra subito nel concreto ed annuncia che nella legge di stabilità è stato approvato un emendamento che consente di ottenere velocemente l'aspettativa per chi chiede di andare a lavorare nei paesi colpiti da Ebola: ''Così - dice - le istituzioni cercano di fare la loro parte", aggiungendo che si è risposto ''alle richieste dell'Ue di fare di più per contrastare Ebola, il che vuol dire per l'Europa inviare almeno altri 5.000 medici e migliaia di assistenti sanitari, e l'emendamento approvato va in questa direzione". Di fronte alla tragedia Ebola, tuttavia, Boldrini ammette che l'Europa ''si è accorta di tutto tardissimo, solo quando si sono ammalati i primi occidentali'', la stessa cosa, dice, che è accaduta rispetto alla minaccia dell'Isis. Ma, nonostante le difficoltà nel gestire l'epidemia, i protagonisti restano, oggi, gli italiani in prima linea contro il virus: tante le testimonianze di medici e operatori di ong, alcuni direttamente in video-collegamento dall'Africa. Tra loro, Roberto Scaini, di Medici senza frontiere (Msf), che a breve ripartirà per la Sierra Leone. Più che ''italiani che sfidano la paura - dice - siamo italiani che hanno preso coscienza del problema''. Perchè, è l'atto d'accusa del medico volontario, ''non possiamo accorgerci che c'è un problema solo quando qualcosa è diventato un potenziale problema per noi, in Occidente''. La gente che sopravvive in Africa, afferma, ''non deve sopravvivere solo al virus ma all'indifferenza internazionale''. Il nodo vero è dunque uno solo, ed il medico volontario lo spiega citando una celebre frase dell'uomo-ragno: ''A grandi poteri corrispondono grandi responsabilità''. Questo significa che ''i governi devono essere molto più responsabili; ora - avverte - ci vuole coordinamento, per non fallire ancora contro questo virus che in Africa sta ammazzando migliaia di persone''.
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