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25 Novembre 2014 - 15:20
"La violenza ha 1000 volti! Impara a riconoscerli": è lo slogan con cui nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne le studentesse e gli studenti hanno deciso di mobilitarsi. A Milano, Bari e Piacenza stamattina con azioni di denuncia, striscioni e volantinaggi; nel pomeriggio nel resto del Paese, con iniziative di dibattito dentro scuole e università o, come a Bologna e a Roma, organizzando street parade pomeridiane.
"Quali sono i mille volti della violenza sulle donne? Abbiamo scelto di ribaltare criticamente l'ultima campagna anti-violenza promossa dal Dipartimento Pari Opportunità, proprio perché questa ci dice che la dimensione della violenza è una soltanto, quella fisica. Noi crediamo invece che nella giornata di oggi così come tutto l'anno non ci si possa fermare ai dati, per quanto drammatici, dei femminicidi e delle molestie - dichiara Sara Acquaviva, della Rete della Conoscenza - la violenza di genere che precede e genera i femminicidi ha radici più profonde, è violenza psicologica, culturale e verbale, ha come complice il contesto di profondo maschilismo e di disuguaglianze sociali ed economiche, l'assenza di politiche sociali capaci di dare autonomia alle donne".
"Non è violenta una riforma del mercato del lavoro che aumenta la precarietà e attacca quindi la già diseguale partecipazione delle donne al mondo del lavoro?" aggiunge Riccardo Laterza, portavoce nazionale della Rete della Conoscenza, per il quale "il Jobs Act, aumentando il numero di rinnovi possibili di contratti brevi e senza tutele, dà la possibilità ai datori di lavoro di aggirare completamente l'obbligo di non licenziamento delle donne in gravidanza previsto per legge ed evita loro persino l'odioso escamotage delle dimissioni in bianco". "Il bonus bebè di 80 euro inoltre non estende il diritto alla maternità ma maschera piuttosto tagli al welfare locale, alla sanità e ai servizi per la prima infanzia come gli asili nido" aggiunge.
Nei primi 10 mesi del 2013 sono stati 1.549 i casi seguiti dai 20 centri antiviolenza del Piemonte, ai quali si aggiungono 7 case rifugio e 13 sportelli antiviolenza. Proprio per rafforzare questo sistema di aiuti e creare una rete di coordinamento, la Regione ha approvato lo stanziamento di quasi un milione di euro che verranno messi a bando nei prossimi giorni.
L'iniziativa è stata presentata oggi, in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza alle donne, dall'assessore alle pari opportunità Monica Cerutti e dal presidente del consiglio regionale, Mauro Laus. Illustrato anche il provvedimento che amplia l'accesso al fondo di solidarietà per il patrocinio legale alle donne vittime di maltrattamenti.
"C'è l'esigenza di mettersi in rete - ha sottolineato l'assessore Cerutti - e di fare sistema attraverso una programmazione condivisa, la sistematizzazione della formazione degli operatori e nelle scuole e la definizione di un sistema di centri antiviolenza sul territorio". Per quel che riguarda il regolamento per l'accesso al fondo di solidarietà la Regione ha deciso di estenderlo anche alle minorenni e a chi ha domicilio, e non solo residenza, in Piemonte e di innalzare il limite di reddito delle vittime per potervi accedere. "L'obiettivo vero - ha concluso Laus - sarebbe non dover più celebrare una giornata come questa".
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