Sciogliere le Regioni, "che allo stato attuale sono un cancro per il Paese", e sostituirle con macroaree. Stefano Caldoro, governatore della Campania e vicepresidente della Conferenza delle Regioni, rilancia la proposta istituzionale avanzata da tempo: lo fa oggi ("Se non diamo una sterzata ora, quando?") ritenendo che i tempi siano più che maturi, anche "sulla spinta dei risultati di ieri" e dell'astensionismo record. Dalla proposta si passa ai fatti, e così vengono depositati da alcuni parlamentari di Fi - primo firmatario Paolo Russo - gli emendamenti al ddl Boschi, quello sulla riforma del Senato, per avviare l'iter legislativo. "Se lasciamo passare il treno che sta passando dovremo aspettare almeno altri dieci anni", ammonisce Caldoro. La fuga dalle urne è un segnale di disaffezione "che i cittadini lanciano alla politica, alle Regioni". Due le possibili strade da seguire: "Dal basso, prevedendo una riaggregazione così da creare delle macroaree", e in questo senso "basta aggiungere due righe all'articolo 132 della Costituzione". L'altra strada sarebbe "dall'alto: con un disegno più complesso in base al quale vengono individuate sei macroaree e si costruisce da sopra". Accanto a una di queste due strade, Caldoro ricorda che occorre "incidere sul Titolo V della Costituzione", che riguarda le competenze delle future macroRegioni. "Devono avere funzioni di legislazione e pianificazione, non di gestione. L'amministrazione spetta allo Stato o ai Comuni, direttamente o in forma associata". Il forzista Russo spiega il contenuto tecnico degli emendamenti presentati oggi. Le attuali 20 Regioni sarebbero raggruppate in macroaree in base a due opzioni: "O con territori con non meno di sei milioni di votanti oppure con un numero di cittadini elettori non inferiore a 10 milioni, così da alzare l'asticella dei requisiti per la costituzione delle nuove macroRegioni". Ad approvazione delle modifiche avvenute, è previsto un referendum confermativo. Questa, secondo Caldoro, sarebbe la vera riforma di cui ha bisogno il Paese: "Le altre sono solo riformette. Fare le Città metropolitane è stata una follia". Ma esistono i numeri in Parlamento? "Berlusconi è d'accordo, il Pd è meno propenso ma Renzi appare più interessato. La Lega condivide la strada delle macroaree, meno quella dei poteri". Insomma l'obiettivo può essere raggiunto, anzi deve essere raggiunto secondo il governatore campano: "Se non si affronta il tema delle Regioni, non si risolve la questione del Paese".
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