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14 Novembre 2014 - 10:31
Vladimiro Zagrebelsky
Per il giurista Vladimiro Zagrebelsky, dal 2001 al 2010 giudice della Corte europea dei diritti dell'uomo, la decisione della Cassazione di togliere a una coppia di Brescia il figlio nato in Ucraina da una madre surrogata non ha tenuto nel debito conto l'interesse del minore.
Zagrebelsky lo ha detto nella relazione di apertura del 33/o Congresso nazionale dell'Associazione italiana Magistrati per i Minorenni e per la Famiglia, questa sera a Torino.
"In questo caso - ha sottolineato il magistrato - non essendo presente un legame genetico né con il padre né con la madre, non è stato riconosciuto il legame familiare. Ma cosa ne è degli interessi del minore? E' stato per anni con una coppia che lo voleva. La scelta di togliere questo bambino alla famiglia con cui vive per darlo in adozione è subordinata all'interesse dello Stato di non riconoscere la maternità surrogata".
Zagrebelsky ha portato al convegno, una tre giorni che domani prevede anche interventi di Massimo Recalcati e Gianrico Carofiglio, la sua esperienza nella Corte Europea. "Le nuove concezioni di famiglia - ha osservato - hanno fatto ingresso nei ricorsi alla corte. Fino al 2010 la Corte ha tenuto fermo il punto del matrimonio come unione fra un uomo e una donna, più recentemente ha aperto il varco alla possibilità per le legislazioni statali di prevedere il matrimonio omosessuale. Le unioni omosessuali danno quindi luogo a una vita di famiglia".
E ha ricordato il caso del Tribunale di Bologna, che non potendo riconoscere in Italia il figlio di una madre sposata con un'altra donna negli Usa, ha sollevato un giudizio di costituzionalità. Perché anche in questo caso, ha detto, non riconoscere come figlio un bambino che lo è da anni, sebbene solo per la legge americana, non tutela l'interesse del minore.
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