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14 Novembre 2014 - 10:28
Palazzo Chigi
Al quarto round a Palazzo Chigi governo e comuni trovano l'intesa sulla legge di stabilità. I saldi dei tagli rimarranno invariati - 1,2 miliardi, più altri 300 milioni varati in precedenza a valere sul 2015 - ma ora la manovra, ha sottolineato questa sera il presidente Anci Piero Fassino, "è più compatibile con la situazione economica dei Comuni". Altra novità riguarda la local tax, tornata oggi sotto la lente di governo e sindaci prima degli opportuni approfondimenti tecnici. La nuova misura sul fisco locale, che sostituirà Imu e Tasi, entrerà in vigore nel 2015 e dovrebbe essere approvata contestualmente alla legge di stabilità. Che approderà nell'Aula della Camera il 27 novembre, molto più tardi rispetto al passato. Il rischio è quindi che si possa arrivare a votare anche tra Natale e Capodanno per il via libera finale.
Il braccio di ferro sulla legge di stabilità soddisfa moderatamente i Sindaci: "il governo ha accolto gran parte dei nostri rilievi e ora il testo - ha spiegato Piero Fassino - è più sostenibile per i Comuni, anche se rimane ancora onerosa".
Ora la palla passa al governo, che tradurrà in emendamenti la sostanza dell'accordo, vagliato in prima persona dal sottosegretario Graziano Delrio e dal sottosegretario all'Economia Pier Paolo Baretta. Per i Sindaci i "risultati sostenibili" di cui ha parlato Fassino si traducono sostanzialmente in pochi punti, anche se rilevanti: la conferma per il 2015 degli oneri di urbanizzazione della spesa corrente, la possibilità di rinegoziare i mutui con Cdp, l'impegno dello Stato a farsi carico degli interessi per i mutui contratti sui nuovi investimenti, l'azzeramento dei vincoli ordinamentali ai Comuni ("riconoscendo così la loro piena autonomia") e il nullaosta sul Fondo sui residui attivi di difficile esigibilità, con annesso regime di gradualità. In casa Anci sull'esito dell'accordo convivono tuttavia pareri differenti: se per il delegato al fisco locale, Guido Castelli, "con questa legge di stabilità il 2015 per i comuni sarà un anno terrificante", per il vicepresidente vicario, Paolo Perrone, "oggi i sindaci hanno segnato il gol della bandiera, dopo il tre a zero messo a segno dal governo". La legge di stabilità oggi è stata affrontata anche dalle Regioni, le quali però, destando qualche sorpresa, hanno chiesto una sospensione del parere. In ogni caso, ha tranquillizzato il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, "ci sono in corso trattative con il governo e mi sembra di aver colto la volontà di arrivare a un'intesa". Del resto, ha aggiunto, "il tempo non manca e non vedo la ragione di accelerare oggi con un accordo".
Nel frattempo sul fronte più istituzionale la giornata ha registrato la chiusura dell'esame da parte della commissione Bilancio della Camera degli emendamenti al ddl Bilancio: tra le proposte approvate una decina riguardano la modifica al testo, tra cui 5 presentate dal governo. Nella legge di stabilità approderà quindi anche la stabilizzazione dei precari nel settore giustizia inserita in una delle tabelle a corredo del testo. La Commissione entrerà nel vivo dei lavori mercoledì o giovedì prossimo, con uno slittamento rispetto al previsto che rispecchia il diverso calendario dell'Aula, impegnata anche sul Jobs act. Tra gli emendamenti segnalati emergono intanto segnali di tentativi di intesa a sinistra: Sel ha indicato tra le sue proposte di modifica due di quelle presentate dalla minoranza Pd di Stefano Fassina. La prima per consentire l'allargamento della platea Irpef ai redditi più bassi e l'altra per concedere gli sgravi contributivi per assunzioni a tempo indeterminato solo alle imprese che non hanno operato nel frattempo licenziamenti.
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