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TORINO. Esposito: "Fermiamo la tav. Costa troppo!"

TORINO. Esposito: "Fermiamo la tav. Costa troppo!"

stefano esposito

E' battaglia di cifre sulla Torino-Lione. A scatenare l'ultima polemica, in ordine cronologico, sulla realizzazione della nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità, sono ora i suoi costi. Non più 4,8 miliardi di euro, ovvero il 57,9% della spesa per i lavori spettante all'Italia, ma 6,9 miliardi. Le previsioni aggiornate emergono dal Contratto di programma Rfi 2012-2016, di cui il decreto Sblocca Italia accelera l'iter di approvazione. E sollevano attorno all'infrastruttura un nuovo polverone. Il vicepresidente della Commissione Trasporti, il senatore Pd Stefano Esposito, annuncia infatti l'intenzione, se le cifre fossero confermate, "di presentare una mozione parlamentare per chiedere l'interruzione dei lavori e la rinuncia" all'opera. "Pretendo una risposta chiara, credibile e certa sui reali costi della Torino-Lione", tuona il parlamentare torinese, da sempre uno dei più convinti sostenitori della Tav, che ha chiesto una audizione urgente dei vertici di Rfi e del ministro Lupi in Commissione Trasporti. "Quest'opera è al centro di un aspro dibattito e non intendo accettare che non ci sia totale trasparenza e chiarezza sui costi", sottolinea ancora Esposito, per il quale "se il costo della Torino-Lione fosse di 7 miliardi sarebbe meglio pagare le penali alla Francia. Basta con il Paese dei furbi e dei burocrati che decidono senza rispettare il Parlamento". Una prima risposta, in realtà, era già arrivata nei giorni scorsi, quando Ltf - la società di diritto francese controllata al 50% da Rfi e Rff - ha diffuso una nota per cercare di stoppare il 'ping-pong' delle cifre. "Il costo della Torino-Lione non è aumentato", il titolo del comunicato, con tanto di riferimento a tassi di rivalutazione, euro costanti ed euro correnti. Si schiera dalla parte della "trasparenza" anche l'ex sottosegretario ai Trasporti di Forza Italia, Mino Giachino, secondo cui, però, "non si può neanche ipotizzare il no all'opera, che ha il compito di tenere il Piemonte e l'Italia dentro la rete degli scambi economici e turistici del futuro Europa-Mondo". La pensano invece come Esposito Pippo Civati (Pd) e il coordinatore di Sel Nicola Frantoianni: "si abbia il coraggio di sospendere i lavori fino a quando tutti gli aspetti oscuri della Tav non saranno chiariti. Evidentemente l'idea di una Commissione parlamentare d'inchiesta non è così peregrina", è la loro richiesta. Per il Movimento 5 Stelle, infine, è la conferma che quanto sostenuto in questi anni dal movimento No Tav "ha preso piede". "La Francia ha sempre confermato la cifra e le tempistiche iniziali - conclude il senatore pentastellato Marco Scibona -, in Italia invece triplicano i costi senza nessun motivo logico".      

Civati(Pd)-Fratoianni(Sel): stop ai lavori e commissione d'inchiesta

   "Forse è arrivato il momento per la politica italiana di fare chiarezza : si abbia il coraggio di sospendere i lavori fino a quando tutti gli aspetti oscuri della Tav non saranno chiariti Arrivati a questo punto, evidentemente l'idea della Commissione parlamentare d'inchiesta su quanto è' avvenuto in questi anni non è' poi un'idea così peregrina." Lo dichiarano il deputato Pd Pippo Civati e il coordinatore di Sel Nicola Fratoianni in una dichiarazione congiunta. "Oggi - dicono i due parlamentari - il sen. Esposito, uno dei più accesi sostenitori della costruzione della Tav afferma di essere pronto a presentare in Aula una mozione per l'interruzione dei lavori di costruzione della Tav. Questo perché le previsioni dei costi di costruzione a carico dell'Italia passerebbero da 2,9 mld di euro in dieci anni (il 57% circa del totale) a 6,9, a cui vanno aggiunti ulteriori costi di progettazione che porterebbero ad un totale di 7,8 mld circa. Il sen. Esposito oggi cita un accordo tra Rfi e il ministero dei Trasporti, di cui nessuno sa nulla, a partire dal Parlamento. Inoltre, per l'europarlamentare Cramer, presidente della commissione trasporti dell'Unione Europea, la Torino-Lione "non è ancora oggetto di un accordo di finanziamento e che in ogni caso non potrà essere deciso che dopo un'analisi comparativa tra differenti progetti, che verranno proposti entro la fine di febbraio 2015". Insomma, tutti i dubbi sollevati in questi anni dagli amministratori e dagli abitanti della Valsusa circa l'utilità dell'opera e la sua fattibilità economica pare stiano diventando sempre più presenti nell'agenda politica italiana ed europea".  
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