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20 Ottobre 2014 - 15:50
rifiuti
Il comune di Forlì si mette di traverso contro l'articolo 35 del decreto Sblocca Italia, che prevede l'aumento di capacità degli inceneritori esistenti, la loro trasformazione in impianti energetici e la possibilità di trattare rifiuti da altre regioni senza la necessità di pareri degli enti locali. Il sindaco della città, Davide Drei, ha annunciato "una grande manifestazione pubblica nella quale presenteremo le forme di opposizione ferma che adotteremo, oltre al ricorso contro il provvedimento, qualora venisse approvato in questa forma dagli organi parlamentari".
Per l'amministrazione comunale forlivese "il decreto legge sblocca Italia insieme a provvedimenti legittimi e importanti, contiene però alcune scelte su energia, rifiuti e consumo di suolo opposte e contrarie alla riduzione di impatti su ambiente e clima, riduzione necessaria e doverosa". "Nel 2013 in Calabria, Sicilia e Lazio - ricorda il sindaco di Forlì - la percentuale di raccolta differenziata è stata del 14.7%, 13.4%, 26.1% rispettivamente. Avviare i loro rifiuti indifferenziati negli impianti di Emilia-Romagna e Lombardia, oltre a risolvere solo parzialmente il problema, perché la sovra-capacità è comunque inferiore alle quantità di rifiuti prodotti, è una soluzione economicamente insostenibile.
Aumentare il riciclo e recupero di materia di 15 punti percentuali - sostengono dal municipio forlivese - si tradurrebbe, a livello nazionale, in un risparmio annuo di oltre 600 milioni di euro, invece, trattare i rifiuti indifferenziati a oltre 1.000 km di distanza significa elevati costi di trasporto e perdita di materia prima seconda per le attività produttive. Il governo ha chiesto a chi si opponeva di fare proposte alternative. Proposte sono state formulate in documenti inviati prima al governo Letta e recentemente al governo Renzi, documenti sottoscritti da tutti i territori della regione e sostenuti in sede di conferenza Stato-Regioni dalla maggioranza delle regioni italiane". L'amministrazione forlivese, perciò, chiede "ai cittadini, alle associazioni economiche, culturali e ambientaliste, alla comunità scientifica e alle forze politiche di unirsi a noi per opporsi a questo provvedimento in modo civile e fermo. Un'opposizione che non nasce da visioni localistiche o ideologiche ma da valutazioni economiche e sociali".
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