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ASTI. Tabaccaia uccisa: giudice, violenza omicida sproporzionata

ASTI. Tabaccaia uccisa: giudice, violenza omicida sproporzionata

Tribunale (foto archivio)

"Una violenza assolutamente sproporzionata non solo alla premeditata rapina ma anche al rappresentato, accettato e voluto omicidio, cagionando effetti lesivi devastanti del tutto sproporzionati". E' quanto afferma il giudice Alberto Giannone nel motivare la condanna a 30 anni di carcere per Pasqualino Folletto, il magazziniere processato per l'omicidio della tabaccaia di Asti, Maria Luisa Fassi. La donna, il 4 luglio 2015, era stata trafitta da 45 coltellate. "Appare assolutamente certo - scrive il magistrato - che Folletto sia entrato nell'esercizio della povera Fassi già con l'intenzione di rapinarla e che poi, ad una minima e prevedibile reazione della vittima (messasi a urlare) la abbia barbaramente colpita". Il processo si era concluso il 27 giugno.
Era di fatto malato di "gioco d'azzardo" Pasqualino Folletto, il magazziniere di 47 anni che il 4 luglio 2015 uccise ad Asti la tabaccaia Maria Luisa Fassi. E' quanto si ricava dalle motivazioni della sentenza di condanna a trent'anni di carcere. Il "disturbo da gioco d'azzardo", comunque, non era tale da condizionare "la piena capacità di intendere e di volere" dell'imputato al momento del fatto. Il giudice Alberto Giannone accoglie in pieno le conclusioni del perito d'ufficio, Roberto Keller. Secondo lo specialista, Folletto "vive una sorta di doppia vita: da un lato il padre lavoratore che si occupa dei figli, dall'altro il giocatore, che investe gran parte delle risorse economiche della famiglia nel gioco stesso, sperando di rifarsi il giorno dopo delle perdite subite". Lo stesso Folletto, nei suoi colloqui con Keller, ammette di avere "perso il controllo" dal gennaio del 2015. "Sentivo due parti di me in contrasto: una parte mi faceva giocare, una parte era contraria".
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