Tre settimane fa lo choc per un omicidio tanto efferato quanto inspiegabile, oggi l'incredulità di fronte alla confessione dell'assassino e alle ragioni di tanta violenza. Asti si interroga sull'omicidio di Maria Luisa Fassi e sull'arresto del suo killer, Pasqualino Folletto. "L'ho fatto per i miei figli, ero senza soldi. Poi quella donna si è messa a urlare e ho perso la testa", ha rivelato ai carabinieri che lo hanno fermato nelle scorse ore. E mentre si continua a cercare l'arma del delitto, un coltello da cucina che ha detto di avere gettato via alla periferia di Asti, tra la frazione Pontesuero e il centro commerciale "Il Borgo", amici e colleghi di lavoro non sembrano riuscire a darsi pace. "Pasqualino? E' alto un metro e una lattina, sembra anoressico... stento a credere sia stato lui", dice Federico Zappaterra, che lavora nella ditta di spedizioni in cui Folletto era magazziniere. "La mattina dell'omicidio Pasqualino arrivò tardi al lavoro - ricorda - disse che era rimasto addormentato. Lui abita al primo piano dello stabile della ditta, nessuno lo avrebbe visto uscire e rientrare per cui non capisco perché avrebbe dovuto mentire...". L'amico descrive Folletto come "il classico lavoratore, molto legato alla famiglia e con qualche debito. Il gioco? Qualche gratta vinci ogni tanto, ma nulla di più - sostiene -. Una volta aveva vinto 500 euro e aveva fatto i salti di gioia...". Ora invece Folletto, una moglie e tre figli giovanissimi fuggiti da alcuni parenti a Torino, piange e si dispera in una cella del carcere di Quarto d'Asti, dove rifiuta di mangiare. Lunedì mattina sarà sottoposto alla convalida dell'arresto. Il pm Luciano Tarditi ha depositato questa mattina la richiesta, che lunedì verrà esaminata dal gip Giorgio Morando. Due i legali che assistono Folletto, Sara Merlino e Stefano Romagnolo. L'uomo è accusato di rapina aggravata e omicidio volontario, aggravato dalla crudeltà per le 45 coltellate con cui si è accanito sulla tabaccaia. "Urlava, non ci ho capito più niente", insiste Folletto, che dopo avere lasciato la donna agonizzante in una pozza di sangue è fuggito con il bottino della rapina - appena 800 euro. "Li ho spesi al supermercato", ha rivelato tra le lacrime. "In effetti, qualche problema lo aveva - ammette un collega -. Ogni tanto chiedeva un anticipo dello stipendio, che gli veniva puntualmente concesso. Il gioco? Non sono che che mi riguardano e che sta a me dire - si schernisce - dico solo che aveva qualche problema...". "Non ci diamo ancora pace, ma quell'uomo un po' mi fa pena", sono le poche parole pronunciate dal papà della vittima, Piero Fassi. I famigliari della donna sono chiusi nel silenzio. "Non me la sento di parlare", spiega il marito, Valter Vignale. "Maria Luisa non c'è più. Vorrei parlare di lei, non d'altro" afferma la sorella, Maura Fassi.
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.