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19 Luglio 2015 - 12:03
L'ex Sindaco Giulio Roffino
Alla buon'ora. Sono cominciati soltanto questa settimana le attività di demolizione del dehor abusivo, di fronte al bar del paese. Con un anno e passa di ritardo. Era infatti il marzo del 2014 quando la Procura di Ivrea rinviò a giudizio l'allora Sindaco Giulio Roffino, ed il responsabile dell'ufficio tecnico Federico Capone, per "falso in atti d'ufficio", intimando di ripristinare le condizioni dell'area.
Sotto la lente d'ingrandimento: l'autorizzazione rilasciata ai titolari del ristorante "Mangia e Bevi" per la posa del manufatto, costruito sulla proprietà di un altro andratese, rivoltosi alla giustizia per far valere i propri diritti di fronte al muro di gomma del Comune.
Da allora poco o nulla è cambiato. Non solo il dehor è rimasto lì dov'era, e soltanto dopo un fitto carteggio, avviato dalla parte lesa, sono iniziati i lavori di smantellamento, ma Roffino continua ad aggirarsi pressoché ogni giorni negli uffici comunali, in barba al fatto di aver lasciato il posto al nuovo primo cittadino Enrico Bovo, e nonostante gli annunci sbandierati nella primavera dello scorso anno, prima della campagna elettorale.
"E' una imputazione così grave – scriveva Roffino in una lettera datata 10 marzo – che in tempi diversi avrei rassegnato immediatamente le dimissioni. Mancando solo due mesi alle elezioni, non ritengo valga la pena di avviare una procedura di commissariamento, di fatto inutile".
Un po' forte anche del fatto che la legge impediva il terzo mandato consecutivo, abrogata poi, ironia della sorte, qualche settimana dopo. E ormai, dopo tanto can can, non poteva tornare sui suoi passi.. Così, oggi, Roffino continua a frequentare il Municipio, malgrado abbia ormai deposto la fascia tricolore.
Ora, se è più che legittimo il “garantismo” invocato per l'innocenza degli imputati sino all'ultimo grado di giudizio (per i politici è più sacro che per i comuni mortali), è legittima anche la preoccupazione della parte lesa.
Non foss'altro che il “dehor”, in teoria, doveva a essere demolito entro novanta giorni e nessuno. Ne sono trascorsi molti di più. Per arrivare al mese di gennaio scorso, quando finalmente il nuovo Sindaco ha firmato l'ordinanza di ripristino dei luoghi. Sono servite lettere e solleciti, da parte dell'andratese proprietario di quel terreno, perché venisse finalmente applicata...
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