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CICLISMO. Froome vince la Vuelta nella sua miglior stagione di sempre

CICLISMO. Froome vince la Vuelta nella sua miglior stagione di sempre
Con il successo nella tappa di finale di Matteo Trentin (poker, ma per due punti non conquista la maglia verde) e la passerella per le strade di Madrid va agli archivi un’edizione storica della Vuelta 2017. In questo caso l’aggettivo è quanto mai pertinente soprattutto per due motivi. A distanza di 39 anni un corridore torna a vestire, nello stesso anno, la maglia gialla e quella rossa. L’ultimo a riuscirci, prima di Chris Froome, era stato addirittura Bernard Hinault. Allora la Vuelta si correva ad aprile e veniva scelta, sovente, come preparazione per gli impegni estivi seguenti. Froome, con la vittoria di oggi a Madrid, entra in un club molto esclusivo. Accanto a lui e al Tasso, infatti, soltanto Jacques Anquetil era riuscito in una simile impresa. Altro dato statistico che resterà negli annali: mai un britannico aveva vinto la corsa spagnola. Ci ha pensato Froome, che in questa edizione fa incetta di maglie, lasciando per strada solo quella a pois del GPM. Con questo successo, perentorio per come è maturato e ancora più netto rispetto al Tour di luglio, Froome porta a compimento forse la sua migliore stagione di sempre. Non conosciamo i suoi programmi immediati, ma se dovesse puntare al mondiale crono siamo certi che riuscirebbe a lasciare il segno anche in Norvegia. “Non potevo immaginare un addio al ciclismo più bello di questo” ha dichiarato entusiasta e un po’ commosso Alberto Contador al via della passerella conclusiva a casa sua, a Madrid. Il secondo elemento che consegna alla storia questo Giro di Spagna riguarda proprio l’addio alle corse di Alberto. Il Pistolero lascia con un curriculum impressionante: due Giri d’Italia, due Tour de France e 3 Vuelta, senza contare quelli revocati (il Giro del 2011 e il Tour del 2010). Per la caratura del personaggio, per il bel gesto simbolico degli organizzatori che gli hanno riservato il n. 1 alla partenza, per come ha onorato ogni giorno, ogni tappa e, soprattutto, la tappa dell’Angliru, è stato veramente un grande addio. Di quelli che ogni ciclista si sognerebbe di poter vivere. Il fatto che sia riuscito a realizzarlo dà l’esatta caratura del personaggio che, come ricordato ieri, mancherà sicuramente al ciclismo.
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